Bollette, la prescrizione scende da cinque a due anni Stop ai maxi-conguagli
La legge avrà effetto su un paio di milioni di bollette all’anno relative a luce, gas e acqua. Da oggi entra in vigore la norma che impone alle compagnie di vendita e distribuzione di fatturare i conguagli dei consumi fissando un periodo massimo di 2 anni, rispetto ai 5 del passato. In pratica, i consumi non conteggiati da oltre un biennio, da parte delle società elettriche o del gas, finiranno prescritti. Mettendo così «uno stop alle maxi bollette e ai maxi conguagli», sottolinea Simone Baldelli, Forza Italia, vice presidente della Camera, fautore di una battaglia avviata nel 2015 in difesa dei cittadini che si vedono recapitare, a distanza di anni, le fatture dei consumi effettivi per le utenze domestiche. Una cifra delle dimensioni di questa prassi (dovuta a ritardi e inefficienze) da parte di distributori e rivenditori non è disponibile, ma Baldelli partendo da un dato di Anicagas, calcola che l’1% delle bollette per il riscaldamento domestico riguarderebbe conguagli superiori ai mille euro. «Il punto è che le fatture del gas emesse ogni anno sono circa 150 milioni, per cui si tratta approssimativamente di almeno 1,5 milioni di maxi bollette, assumendo - osserva Baldelli - una stima più cauta si tratta di circa 750 mila fatture, che sommate a quelle della luce e delle utenze idriche porta a ritenere che ogni anno circa 2 milioni di cittadini si vedono recapitare conguagli per miglia di euro». La norma, inserita da Baldelli nell’ultima legge di Bilancio e recepita dall’autorità di regolazione per l’energia presieduta da Guido Bortoni, stabilisce, dunque, il diritto per il cliente di fissare a 24 mesi il tetto per i consumi arretrati e non conteggiati da parte delle società che erogano servizi. Il provvedimento prevede che si cominci con il tetto biennale per le bollette della luce, a seguire nel gennaio del 2019 per il gas, e nel 2020 per i conguagli dell’acqua. Il caso prassi delle maxi bollette per i conguagli sui consumi arretrati. In pratica, le compagnie potranno fatturare soltanto e non oltre i consumi relativi all’ultimo bienno