Corriere della Sera

Tedua, dalle case popolari alle sfilate di moda: la mia rivincita con la trap

- Stefano Landi

Forse è vero, come diceva Tupac, che il rap è solo una filastrocc­a ritmata. Però per Tedua, 24 anni fedeli alla stessa colonna sonora, l’hip hop rappresent­a il lieto fine di uno di quei film dove il finale è tutt’altro che scontato. Domani esce «Mowgli — Il disco della giungla», il suo viaggio trap nella giungla urbana per mettere in rima la sua rivincita personale. «Le legge del più forte», il primo singolo, è già stato battezzato di platino. «Sento addosso un entusiasmo genuino, la rivalsa ma anche l’obbligo di dimostrare che l’hip hop sia diventato il mio piano A» racconta. Un’infanzia difficile, la scossa sul ring (anche) grazie alla boxe. «Non sopporto l’ipocrisia di questa società che vive di lamentele». La trap monopolizz­a le classifich­e e lui, da buon amico di Ghali e Sfera Ebbasta, si sente a suo agio. «Non è una moda, sempliceme­nte il rap 2.0 è la musica della piazza. Noi copriamo i vuoti lasciati da altri generi». Nessun istinto rottamator­io: «Perché la generazion­e dei Fibra, dei Dogo, dei Marracash ci ha aperto la strada». Tedua, è cresciuto in un paesino del ponente ligure, Cogoleto. Lo stesso di Izi: «Per me è un fratello. Per noi è una grande ispirazion­e la scuola cantautora­le italiana. Guccini, De Andrè. La loro profondità mi ha insegnato molto». La sua scalata sociale sconfina anche nella moda. Dalle case popolari di Milano alla passerella di Dolce & Gabbana: «Come Mowgli vivo della forza del branco, della lealtà e della coerenza, che nell’hip hop è vitale. Però ora è il momento di mettere la testa fuori. Stefano Gabbana mi ha invitato personalme­nte. E sfilare davanti a tanta gente importante, oltre che ricca, è stata un’altra rivincita».

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Hip hop Tedua, 24 anni

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