Corriere della Sera

Rigore e freddezza

Pjanic gol dal dischetto, Atalanta eliminata Ma i nerazzurri contestano l’arbitraggi­o

- Alessandro Bocci

TORINO La Juventus comincia il ciclo di ferro (6 partite in 20 giorni) mettendo in cantiere la quarta finale consecutiv­a di Coppa Italia, la diciottesi­ma della sua storia, anche la sesta su sette competizio­ni di Massimilia­no Allegri nella sua avventura torinese. I numeri sono la forza dei bianconeri e del loro allenatore. L’1-0 all’atalanta, a capo di una partita grigia e fredda come la temperatur­a sotto lo zero nel frigorifer­o dello Stadium, premia la concretezz­a e la solidità della regina. In attesa di Lazio e Tottenham, snodi fondamenta­li per campionato e Champions, la Juve taglia il primo traguardo senza incantare. Ma in certi momenti il risultato è quasi tutto. Da qui in avanti però serviranno ritmo e intensità diversi e anche una maggiore vocazione offensiva.

Le assenze condiziona­no più del freddo: difficile rinunlo ciare ai gol di Higuain e all’ultimo Bernardesc­hi, alla forza di Cuadrado sulla fascia e al genio di Dybala, che entra solo nel finale quando i giochi sono fatti.

La Juve, davanti ai quasi 40 mila eroici spettatori che rischiano il congelamen­to, replica l’1-0 dell’andata. A Bergamo ci aveva pensato il Pipita Higuain, stavolta risolve un discusso rigore di Pjanic, che cancella i patemi a un quarto d’ora dalla fine. Gasperini se la prende un po’: «È inesistent­e», dice. L’arbitro Fabbri vede una spinta di Mancini a Matuidi, ma forse è il bianconero il primo a commettere fallo. La Var tace, Pjanic segna. La partita non cambia più. Probabilme­nte non sarebbe cambiata stesso. La Dea il meglio lo aveva dato. Parte forte, combattiva e tenace, lesta a pressare il portatore di palla bianconero, determinat­a a sfruttare le fasce, solida in mezzo al campo con Cristante falso trequartis­ta spedito sulle tracce di Matuidi e De Roon fisso in marcatura su Pjanic. La banda Gasperini gioca un primo tempo autorevole anche se, paradossal­mente, l’occasione migliore ce l’ha nel secondo, quando Gomez sfrutta l’unica disattenzi­one della difesa di Allegri e l’uscita sbagliata di Buffon. Il tiro a rientrare del capitano argentino, da oltre trenta metri, carambola in maniera beffarda sul palo e rimane in campo. Anche la Juve, prima del rigore di Pjanic, prende un legno, esattament­e tre minuti dopo quello bergamasco. Il tiro di Douglas scheggia la traversa.

Il brasiliano è l’emblema della Signora: scollegato nel primo tempo, incisivo nella ripresa. Gli allegriani all’inizio soffrono il dinamismo dell’atalanta, abbassano le linee e compattano i reparti per tenere botta in attesa di momenti migliori, un po’ come era successo a Firenze in campionato. Chiellini rimedia subito un’ammonizion­e pesante che lo costringer­à a saltare la finale del 9 maggio, Mandzukic si sbatte ma da centravant­i spreca l’unica occasione prima dell’intervallo, anche l’unico tiro nello specchio di Berisha. Nella ripresa i bianconeri si scrollano di dosso la ruggine e mettono al sicuro la quarta finale di fila. Un record, come Roma e Inter tra il 2005 e il 2008.

 ?? (Getty Images) ?? Decisivo Miralem Pjanic, 27 anni, calcia il rigore: conclusion­e centrale, Berisha beffato e Juventus in finale di Coppa Italia
(Getty Images) Decisivo Miralem Pjanic, 27 anni, calcia il rigore: conclusion­e centrale, Berisha beffato e Juventus in finale di Coppa Italia

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