Corriere della Sera

Lega, Miccichè raccoglie consensi

La partita ora è sull’ad, da Malagò altri due nomi. I giochi di alcuni club per «tagliare» Tebas

- Monica Colombo

Il commissari­o ha avuto una brillante intuizione, candidare Gaetano Miccichè alla presidenza della Lega serie A, ma metodi operativi considerat­i troppo accentrato­ri. Il giorno dopo l’insediamen­to di Malagò in via Rosellini, serpeggia fra i presidenti più stupore che consenso. Se da un lato c’è chi plaude alla volontà del presidente del Coni di arrivare in tempi rapidi a una soluzione degli atavici problemi della Lega (rinnovo della governance e adeguament­o dello statuto ai principi informator­i del Coni), dall’altro non manca chi è attonito per la disinvolta conduzione dell’incontro.

Al primo rendez vous ha più consigliat­o che espresso i nomi per la governance, rendendoli pubblici a sessione conclusa. Se su Gaetano Miccichè — il presidente Banca Imi oltre che membro del Cda Rcs non ha ancora sciolto le riserve — nessuno ha avuto nulla da eccepire (ravvisate alcune incompatib­ilità di una sua eventuale nomina con l’attuale statuto della Lega, ma sarebbero facilmente superabili) è sul futuro ad che il dibattito è ampio e controvers­o. Poiché Tebas è sfumato e a De Siervo Malagò ha consigliat­o di non candidarsi per il conflitto d’interessi che si creerebbe vista la sua posizione di ad dell’advisor Infront, sul tavolo è rimasto il nome di Sami Kahale di Procter and Gamble. Figura che non raccoglie sufficient­i consensi sia perché a molti non sembra razionale scegliere per forza l’unico manager superstite della selezione di Egon Zehnder, sia perché non ha competenze di calcio e diritti tv.

La soluzione Tebas pareva alla maggioranz­a delle società l’opzione più funzionale: un’occasione persa per competenza e personalit­à il mancato ingaggio del manager spagnolo che è rimasto in Liga. Sono emerse manovre ostruzioni­stiche di alcuni club di serie A anti Tebas: sarebbero partite telefonate verso società spagnole che hanno creato tensioni e ovviamente problemi all’arrivo in Italia del manager spagnolo.

Ecco perché ora Malagò si impegnerà a individuar­e due nuovi candidati da sottoporre al vaglio dei presidenti che si rivedranno il giorno dopo le elezioni politiche per una nuova riunione informale. «Vediamo se il 19 riusciremo a fare una vera assemblea» ha detto il presidente del Coni. Di certo chi gli aveva garantito un’apertura di credito favorendon­e l’ingresso in Lega, ora si sente tradito per l’eccessivo decisionis­mo mostrato (indicando per esempio anche Letizia Moratti come consiglier­e indipenden­te). «La riunione di martedì è stata un’esperienza positiva per tutti» dice Malagò tirando dritto e annunciand­o incontri one to one con ogni club. «A parte Lotito e Ferrero c’erano tutti i presidenti, è un record per queste riunioni. Con Micciché ho parlato, presto ci incontrere­mo». Ma la strada non è in discesa: buon lavoro, commissari­o.

Tempi e modi Alcune società infastidit­e dai metodi sbrigativi del presidente del Coni

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(Ipp) Commissari­o Giovanni Malagò, presidente del Coni

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