Corriere della Sera

Leclerc, gioiellino Ferrari «Ho deciso a 4 anni che avrei fatto il pilota»

Cresciuto nell’academy di Maranello, debutta in F1 con l’alfa

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

BARCELLONA Vent’anni e lo sguardo da veterano, Charles Leclerc è il gioiellino del vivaio Ferrari: nato nel Principato di Monaco, ha studiato all’academy di Maranello e l’italia ce l’ha nel cuore. Anche la fidanzata è di origini napoletane. Di lui si parla come il nuovo Verstappen: ha vinto il Mondiale di Formula 2 al debutto, in un test con la Ferrari ha girato più veloce di Sebastian Vettel. Fu lo sfortunato Jules Bianchi a segnalarlo al Cavallino quando era un ragazzino, ora Charles guida l’alfa-sauber. E se farà bene potrebbe essere lui nel 2019 il sostituto di Kimi Raikkonen sulla Rossa. Ma il cammino in F1 è appena cominciato.

Ha debuttato nelle peggiori condizioni possibili, fra neve e gelo, ma sembra contento. Possibile?

«Sì, perché sono felicissim­o di essere arrivato in F1. Il mio sogno è diventato realtà».

Ora però iniziano esami durissimi, quali obiettivi si è dato al primo anno?

«Studiare e imparare in fretta: la macchina, il lavoro con gli ingegneri, qui è tutto diverso».

Che cosa cambia?

«Per esempio, quando sei in un meeting devi sapere sempre a chi fare la domanda giusta. Sembra scontato ma vi assicuro che non lo è. La conoscenza consente di guadagnare tempo durante i week end di gara».

Nato e cresciuto a Montecarlo con il Gp nel salotto. Chissà quanti ricordi…

«Tanti, a quattro anni ero da un amico che aveva un appartamen­to proprio dopo la prima curva. Noi giocavamo con le macchinine in balcone, sotto sfrecciava­no quelle di F1. Eravamo bambini felici». Chi era il suo idolo? «Mio padre era una pilota (di Formula 3, ndr) e non si perdeva un Gp. Io seguivo sempre quella macchina rossa di cui mi ero innamorato da subito. Mi piaceva Kimi (Raikkonen, ndr), ma soprattutt­o la Ferrari. A prescinder­e da chi c’era su».

E poi in Ferrari lei è arrivato davvero facendo tutta la gavetta. Che cosa prova adesso?

«Orgoglio. L’academy è stata utilissima per la mia carriera. Lì impari ad allenare il fisico e la mente, ti eserciti con il simulatore. Ti insegnano a dare feedback alle vetture, dettagli a cui un pilota di solito non pensa».

Perché le gare si vincono anche usando con la testa. Dicono che lei sia bravissimo nella gestione: è un dono naturale o allena anche il cervello?

«No, niente doni naturali. Conta il lavoro: a 11 anni già ero concentrat­o sull’aspetto mentale con Formula Medicine, poi ho proseguito nell’academy. Nel motorsport la cosa più importante è avere la testa a posto. Credo che sia una delle mie forze, prima era il punto debole».

Quando ha capito che voleva fare il pilota?

«Subito. A quattro anni dopo un giro sui kart. Tornando dalla pista l’ho detto a papà. Ma solo alla fine del 2011 ho capito che il sogno sarebbe potuto diventare realtà quando Nicolas (Todt, il manager: è il figlio del presidente della Fia, ndr) mi ha preso. Perché mio padre non aveva più soldi per finanziare la mia carriera».

Hamilton, Vettel o Verstappen? Chi sono i suoi riferiment­i?

«Nessuno, anche se rispetto tutti. Voglio solo concentrar­mi su me stesso e lavorare sulle mie debolezze. Non potrei mai essere un nuovo Hamilton o un nuovo qualcun altro. Voglio essere Charles Leclerc nella migliore versione possibile».

Oltre a correre in macchina che cosa fa?

«Adoro il tennis. Da tre settimane sto provando il padel e mi piace tantissimo. E poi nuoto e gioco a golf».

Ha studiato la storia dell’alfa Romeo?

«Sì, mi sto impegnando. È incredibil­e quanto sia amata: non pensavo avesse così tanti tifosi nel mondo. Mi fermano per strada e mi dicono: “Forza Charles, forza Alfa”».

Si sente un po’ italiano? «Sì, certo. Sono cresciuto in Italia. Le migliori piste di kart, i migliori team sono da voi. Ho trascorso l’80 per cento dell’adolescenz­a nel vostro Paese».

Il primo sogno si è avverato. Il secondo qual è?

«Vincere il Mondiale, con la Ferrari».

Seguendo papà

Mio padre correva, io mi sono innamorato subito della Rossa. Essere qui è un sogno che si avvera

 ??  ?? Talento Charles Leclerc è nato a Montecarlo il 16 ottobre 1997. Debutta quest’anno in F1 alla guida della Sauber-alfa Romeo
(Ipp)
Talento Charles Leclerc è nato a Montecarlo il 16 ottobre 1997. Debutta quest’anno in F1 alla guida della Sauber-alfa Romeo (Ipp)

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