Corriere della Sera

Scende il debito Risalita del Pil

L’istat: Pil 2017 in crescita dell’1,5%. Il rapporto con il debito scende ai livelli 2015

- di Andrea Ducci Analisi di Maurizio Del Conte

ROMA A poche ore dal voto l’istat certifica l’andamento dell’economia e dell’occupazion­e. Dall’analisi dell’istituto di statistica emerge che la ricchezza prodotta in Italia nel 2017 è aumentata dell’1,5%, il dato è definitivo e conferma la stima indicata a settembre dal governo. La crescita è la più elevata dal 2010 e concorre al complessiv­o risultato dei conti pubblici. Il rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo scende all’1,9% (nel 2016 era al 2,5%), mentre il rapporto tra debito e Pil cala al 131,5%, tornando al livello del 2015 e invertendo la tendenza dell’ultimo decennio che lo ha visto sempre in aumento (nel 2007 era al 99,7%). L’avanzo primario è positivo e sale all’1,9% rispetto all’1,5% del 2016.

I dati vanno letti con un’avvertenza: non tengono conto degli effetti dei 17 miliardi di euro mobilitati dal governo per liquidare le banche venete. Se Eurostat stabilisse l’obbligo di conteggiar­li, l’istat dovrebbe adeguarsi, con conseguenz­e sulla consistenz­a di debito e deficit. Resta che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, rivendica «che c’è la conferma di una crescita rilevante consolidat­a nel 2017, e che il debito pubblico cala. Un fatto molto importante». Il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, invita a proseguire «nella strategia adottata. In questi anni l’italia si è rimessa in moto e si è avviata lungo un percorso di crescita duraturo». Il segretario del Pd, Matteo Renzi, ribadisce che i dati sono incoraggia­nti e che «il Pil potrà crescere ancora». Ma dall’opposizion­e Renato Brunetta, Forza Italia, ricorda che «gli italiani, con una media di 27.700 euro di Pil pro-capite, sono più poveri della media Ue, pari a 29.200 euro».

Sul versante lavoro il mese di gennaio evidenzia un tasso di disoccupaz­ione all’11,1%, in aumento dello 0,2% rispetto a dicembre. A crescere è anche il tasso di occupazion­e che raggiunge il 58,1%, grazie al contributo del lavoro femminile, che segna il record di sempre con l’occupazion­e delle donne al 49,3% (+0,2% su base mensile). Tra i giovani under 24 l’istat registra un migliorame­nto: il tasso di occupazion­e balza dell’1% (su base mensile) e segna quota 18,3% e, d’altra parte, la disoccupaz­ione cala dell’1,2%, attestando­si al 31,5%. Nella fascia

Under 24

Tra gli under 24 migliorame­nto con il tasso di occupazion­e che balza dell’1%

Padoan

«In questi anni l’italia si è rimessa in moto lungo un percorso di crescita duraturo»

di età tra 25 e 34 anni il mercato del lavoro si rivela meno generoso: al tasso di occupazion­e che scende dello 0,2%, corrispond­e un aumento del tasso di disoccupaz­ione al 17,1% nel mese di gennaio.

Su base annua si consolida il trend che vede crescere il numero dei lavoratori a termine e diminuire gli occupati a tempo indetermin­ato. Indicazion­i deludenti per il segretario della Lega, Matteo Salvini, che osserva: «La disoccupaz­ione continua a salire e continua ad aumentare il precariato, non possiamo lasciare ai nostri figli un Paese insicuro».

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