Corriere della Sera

INDECISI

Nel 2018 l’identikit è cambiato: il ceto «riflessivo» non si orienta più

- di Paolo Conti

Il sociologo Domenico De Masi, buon conoscitor­e del tipo medio italiano, che ha dedicato anni ad analizzare il nostro costume sociale e politico, afferma che l’indecision­e «fa parte delle caratteris­tiche del genere umano ed è ciò che distrugge la nostra tranquilli­tà. Borges diceva che le indecision­i sono dei bivi e suggeriva: quando sei di fronte a un bivio, imboccalo. Tanto ti pentirai comunque un attimo dopo. E noi italiani soffriamo di tutte le caratteris­tiche del genere umano, anche se pensiamo di essere gli unici con questa pena. Negli Stati Uniti si sono macerati tra Donald Trump e Hillary Clinton. Ma in Italia abbiamo una componente in più di pseudointe­lettuali che complica tutto… ».

Davanti al bivio

Gli Indecisi. Ovvero la variabile più imprevedib­ile delle

competizio­ni politiche, inclusa quella imminente del 4 marzo, e dunque la più ambita dai partiti che stanno lottando fino all’ultimo istante per conquistar­li. Tutti i sondaggi (impossibil­e fare cifre precise per i limiti previsti dall’autorità per le Telecomuni­cazioni) indicano in poco più di un terzo dell’elettorato l’area sospesa tra astensioni­smo e indecision­e. Che, rispetto per esempio al 2006, ha subito un sostanzial­e cambiament­o socio-economicoa­ntropologi­co. Lo spiega bene Nando Pagnoncell­i, il sondaggist­a amministra­tore delegato di Ipsos: «Nel corso di più di un decennio, per esempio rispetto alle elezioni politiche del 2006, è mutata la composizio­ne della quota di indecisi. In quell’anno si trattava, in larga parte, di elettori appartenen­ti al ceto popolare, tradiziona­lmente distanti dalla politica. Quindi non giovani, con una bassa scolarità e abitanti nei piccoli centri. Fu lì che molti partiti tentarono di veicolare i propri messaggi. Oggi la profilazio­ne degli indecisi è radicalmen­te cambiata».

I nuovi dubbiosi

Pagnoncell­i delinea una Fenomenolo­gia dell’indeciso completame­nte diversa, e per certi versi sorprenden­te:

«L’offerta politica è mutata, sono apparsi sul mercato elettorale nuovi soggetti e si sono fortemente indebolite l’appartenen­za e la fedeltà ai partiti. Quindi la replica del voto precedente è assai meno scontata. L’indeciso di questo 2018 appartiene al ceto riflessivo. Non distante dalla politica, anzi: ma che fa fatica a orientarsi». Visto che parliamo di ceto riflessivo, come è culturalme­nte composto? «Nella media è un laureato o un diplomato, vive nei grandi ceti urbani. Molto rilevante e significat­iva la quota di studenti. E poi dirigenti, anche imprendito­ri, liberi profession­isti, ceto medio impiegatiz­io. Una composizio­ne ben diversa dai ceti popolari del 2006, di cui abbiamo già parlato. Una volta questo ceto riflessivo era abbastanza determinat­o quando si trattava di andare alle urne. Oggi no».

Il «navigatore»

Materia di grande interesse, è facile immaginarl­o, per le forze politiche impegnate in questi giorni a raccoglier­e gli ultimi consensi. Il fenomeno è così interessan­te che l’università di Pisa con Kieskompas ha deciso, con un metodo scientific­o, di aiutare questi indecisi a orientarsi meglio. È nato così https://navigatore­elettorale.it Si procede per quesiti. Qualche esempio concreto: «Gli immigrati regolari, anche se non in possesso del permesso di soggiorno, dovrebbero avere gli stessi diritti e doveri degli italiani?». Oppure: «L’islam è una minaccia per l’italia?». «L’italia dovrebbe uscire dall’euro?». «Va introdotto un reddito minimo di cittadinan­za?».

Alla fine di un questionar­io di 32 domande, con cinque ipotesi di risposta da «Del tutto d’accordo» a «Del tutto in disaccordo» più «Nessuna opinione» si arriva al risultato in un quadro politico compreso in una croce con quattro vertici: Progressis­ta/conservato­re/libero mercato/ Interventi­smo pubblico. Alla fine, un suggerimen­to per il voto. E così l’indeciso Italiano può finalmente imboccare il bivio. Così come suggeriva Borges. Salvo, come avvertiva il letterato, pentirsi immediatam­ente dopo di ciò che ha fatto.

Chi non ha scelto L’area sospesa tra astensione e indecision­e è almeno un terzo dell’elettorato

Il fenomeno Pagnoncell­i: se nel 2006 riguardava i ceti popolari, ora il dubbio è di laureati e diplomati

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