La neve di destra e di sinistra, come nel 1985
Sembra quasi una nemesi: è bastato che il Nord si permettesse qualche battuta su Roma in ginocchio per una spolverata bianca e subito è stato sepolto da mezzo metro di neve. Fioccano già i paragoni con il famigerato inverno del ‘29. Forse adesso sono Leningrado e Stoccolma a sorridere di Milano, Torino o Bologna: c’è sempre un Nord un po’ più a Nord.
Era cominciata quasi per scherzo, adesso si parla di calamità. E nessun mago di Capodanno l’aveva prevista. Anche gli astronomi menano il can per l’aia preannunciandoci un secondo diluvio universale provocato da un «vento stellare» che raffredderà il sole fra duecentocinquantamila anni. Perché non accorciano un po’ il tiro, per esempio sulla settimana prossima? Il Nord, si apprende, tiene. Nei servizi televisivi sulle grandi città industriali si avverte forse un senso di compiacimento nel sottolineare che fabbriche, scuole, uffici arrancano con un po’ di ritardo ma tirano avanti. E non è certamente razzismo constatare che assuefazione al clima e vicende storiche hanno allenato la gente di questa latitudine a rimboccarsi le maniche e ad affrontare individualmente i guai comuni prima che arrivino le autorità preposte.
Ma sembrerebbe francamente grottesco che — al di là di qualche battuta iniziale — ci si mettesse anche il Meteodue ad accentuare il contrasto fra Nord e Sud. Non credo ci sia più nessuno — al di sotto o al di sopra di Roma — disposto a far dell’ironia sulle bianche immagini trasmesse dal telegiornale, sulle previsioni dei danni che subirà la nostra economia, sulle mele che costano già come tartufi. Al contrario, lo stato d’animo che si diffonde sembra simile a quello che si manifestò nelle famose domeniche a piedi, al tempo della crisi energetica: e cioè quella carica di serenità che viene dall’affrontare le difficoltà insieme.
La neve può diventare catastrofe come il terremoto. Ma non ne trasmette il sottile brivido di terrore, anzi diffonde spesso un’allegra incoscienza da vecchia scolaresca eccitata dall’imprevisto. E poi suscita curiosi slanci di solidarietà. Normalmente, se uno ha una gomma a terra, nessuno lo degna di uno sguardo. Ma se è piantato con la macchina nella neve, si fermano a spingerlo anche i pensionati e le signore in pelliccia con i doposcì a zampa di yeti.
Una solidarietà di quartiere che — la sera davanti al video o la mattina all’edicola dei giornali — si propaga rapidamente all’intero Paese ferito: a questa congrega parolaia e individualista che, quando è il momento, sa diventare consapevole e generosa. Fanno eccezione, come spesso accade, tanti uomini politici. Abituati a strumentalizzare qualsiasi evento, alluvioni, terremoti, attentati terroristici, adesso hanno scoperto l’aria fredda polare: c’è una neve di destra e una neve di sinistra, ci sono le ruspe filogovernative e le ruspe di opposizione, le fratture di femore progressista e quelle di omero reazionario. Si stanno già preparando alle elezioni di maggio, anche la neve fa brodo. Sarebbe bene che, prima di far comizi, pensassero agli argini dei fiumi. Il disgelo comincerà prima di maggio.
In Lombardia
I pendolari: soppresse troppe corse, alcune per ragioni del tutto incomprensibili
«Chiudere la città era più semplice, lo dico da ex sindaco: così non si risolvono i problemi». Immediata la replica di Virginia Raggi, sindaca della Capitale: «Tutti i cittadini di Roma sanno che la città non si è bloccata un solo giorno; probabilmente Delrio dovrebbe capire la sua inefficienza, visto che le ferrovie sono bloccate da tre giorni e i pendolari ancora non raggiungono Roma. Quando qualcuno vuole coprire le proprie inefficienze spara su di noi».
Tornando ai treni, sul versante dei Regionali, ieri per Rfi hanno viaggiato più convogli del previsto. In Lombardia, però, ha provocato polemiche la scelta di cancellare un terzo delle corse di Trenord. «Nonostante la nevicata non sia tra le più forti viste sul nostro territorio e la rete Rfi sia attrezzata con i sistemi di riscaldamento degli scambi — ha detto il Comitato dei pendolari —, sono state previste tantissime soppressioni, alcune incomprensibili». Dura anche Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia: «In una regione normale non si fanno piani di soppressione di treni per l’arrivo, ampiamente previsto, di pochi centimetri di neve». Accuse respinte dall’azienda: «La riduzione del servizio dei treni in Lombardia di circa il 30% è stata decisa da Rfi e non da Trenord».
In Toscana, invece, il gelicidio sui treni ha provocato, ieri sera, molti disagi sui treni regionali della Firenze-empoli e della Firenze-prato-pistoia.
Buone notizie, però, per chi viaggia oggi. Rfi annuncia che circoleranno tutti i treni dell’alta velocità e tutti i Regionali. Faranno eccezione solo quelli del basso Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Veneto dove i servizi saranno garantiti all’80 per cento a causa del persistere di neve e ghiaccio.