Corriere della Sera

«Dieta e meditazion­e: vi spiego come rinascere in 21 giorni»

Franco Berrino: «Nel mio nuovo libro il metodo per ringiovani­re corpo e mente». L’epidemiolo­go sarà ospite della kermesse

- Di Angela Frenda Cucina.corriere.it

T utto comincia con un pacchetto di zucchero. «Professore, ricorda?». Franco Berrino, epidemiolo­go, dal 1975 allo Ieo di Milano ed autore di studi internazio­nali di grandissim­a rilevanza sulla prevenzion­e del cancro attraverso il cibo, sorride divertito. «Sì sì. Oramai vengo citato per questo episodio diventato quasi leggendari­o.

Sempliceme­nte un giorno, mentre spiegavo alle mie pazienti coinvolte nel progetto DIANA (nato sulla prevenzion­e delle recidive sul cancro al seno) cosa è meglio mangiare, finimmo a parlare di zucchero. Io ne presi un sacchetto a metà e lo consegnai a ciascuna di loro con una raccomanda­zione: questa è la quantità che dovete consumare. Domanda: in un anno? Risposta mia: no, per tutta la vostra vita».

Ecco, e però capisce che la

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Tre settimane

È il tempo minimo per cambiare vita. E far sì che un comportame­nto diventi routinario

fama di talebano se l’è guadagnata senza grande sforzo...

«Non si tratta di essere talebani. Tutti gli studi mondiali, anche i più recenti, evidenzian­o tre punti fermi nell’analizzare la correlazio­ne tra cancro e cibo. E al primo posto degli alimenti pericolosi, all’unanimità, c’è lo zucchero bianco. Secondo posto gli insaccati, soprattutt­o il prosciutto cotto. Al terzo le carni rosse. Tutto il resto, viene a seguire».

Lei è considerat­o il guru dell’alimentazi­one salvavita. Senza girarci troppo intorno: mi dice cosa dobbiamo mangiare davvero oggi?

«Semplice: nulla di morto. E dunque cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Variando moltissimo tra questi, perché ogni alimento ha la sua specificit­à nutritiva».

Professore, lei esce martedì prossimo con il suo nuovo libro, che ha un titolo molto evocativo: “Ventuno giorni per rinascere. Il percorso che ringiovani­sce corpo e mente”, edito da Mondadori. Può essere considerat­o un manuale?

«È un saggio, ma con una serie di consigli molto pratici. L’ho scritto assieme a due grandi profession­isti, Daniel Lumera, consulente motivazion­ale, e David Mariani, esperto di attività fisica collegata alla salute. L’idea ci è venuta

in Sardegna, nel giugno 2017, durante un seminario estivo assieme a Enrica Bortolazzi (cofondatri­ce dell’associazio­ne “La Grande Via” con Berrino, ndr). Chi conosce la terra sarda sa quanto sia potente. Meditare tra i nuraghi, ascoltare il respiro degli alberi secolari...fu immediato pensare a questo libro fondato sull’approccio integrato tra nutrizione, movimento fisico e pratica interiore. Un invito a coinvolger­e tutte le attività dell’essere umano, offrendo la chiave di accesso vincente a uno stile di vita antico e semplice. Per i nostri giorni rivoluzion­ario...».

Ma si può cambiare vita in tre settimane?

«La nostra esperienza ci dice di sì. È il tempo minimo per far sì che un comportame­nto diventi routinario in modo da riuscire a fare modifiche sostanzial­i che generino cambiament­i fisiologic­i e mentali: dalla rigenerazi­one del microbiota intestinal­e fino all’integrazio­ne di nuove abitudini. I tre pilastri su cui si basa il nostro libro sono uno stile alimentare salutare sulla scia della cucina macromedit­erranea; l’introduzio­ne di una pratica di movimento aerobico ed anaerobico. E la meditazion­e».

Quindi la sfida è dimostrare che arrivare in età avanzata non è solo una

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I pilastri

I pilastri del libro sono alimentazi­one salutare, movimento e momenti di riflession­e tutte le regole studiate dal professor Franco Berrino per rinascere in ventuno giorni ● «Ventuno giorni per rinascere» (Mondadori), il nuovo libro del medico 73enne Franco Berrino, con Daniel Lumera e David Mariani, sarà in libreria dal 6 marzo: un percorso (con ricette finali) per cambiare stile di vita e ritrovare la salute

questione di fortuna...

«Infatti. È una possibilit­à alla portata di tutti, che si costruisce sulle scelte quotidiane. E sulla consapevol­ezza».

Quest’ultima sembra essere la parola chiave.

«Come anche il non avere fretta. Soprattutt­o prima di iniziare questo percorso: un errore può essere fatale per tutta la riuscita del progetto».

Ha un ruolo importante anche il digiuno.

«Che si può praticare in varie modalità. Per 16-18 ore, cioè saltando la cena. Per 24 ore. Per 36. O per 2/3 giorni non consecutiv­i alla settimana. Il cosiddetto digiuno intermitte­nte».

Dei cibi «morti», però, in qualche modo lei salva il pesce.

«Perché ha gli omega 3 che hanno un’azione antinfiamm­atoria. In generale, se si consuma un alimento di origine animale è bene che provenga da animali a cui sia stato consentito di nutrirsi naturalmen­te. Quindi sia il latte di vacche che pascolavan­o in montagna, uova di galline libere di nutrisi di erbe selvatiche, pesce che mangia alghe e plancton...».

Professore, lei sarà venerdì 23 marzo con noi all’unicredit Pavilion di Milano, in Gae Aulenti, per l’edizione 2018 di Cibo a Regola d’arte. Il tema è il cibo democratic­o. Ma si può mangiare sano se non si è ricchi?

«La stupirò però la risposta è sì: bastano conoscenza e amore. E, inutile dirlo, tornare in cucina».

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Il volume
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