Corriere della Sera

L’alejandro d’argentina diventa toscano Conquista 5 cantine bio e vieta le barrique

L’avanzata di Bulgheroni: 125 milioni di euro, tra Chianti Classico, Bolgheri e Montalcino

- Di Luciano Ferraro Altri aneddoti e notizie online su

«C on il petrolio non mi diverto, preferisco le cantine e i frantoi». Alejandro Bulgheroni è un argentino innamorato della Toscana. E dei suoi vini. Un personaggi­o che sembra uscito da una saga di Gabriel García Márquez, come un Aureliano Buendía che dopo guerre e gloria «scopre i privilegi della semplicità» della terra e a chi lo avverte che il tempo scorre rapido replica: «Così è, ma non tanto».

A 74 anni, con un patrimonio di 3,5 miliardi di dollari (secondo Forbes, che lo ha inserito nella lista dei 60 uomini più ricchi del mondo) non si risparmia: è diventato lo straniero che investe di più nell’acquisto di vigne italiane: ha speso 125 milioni di euro. Possiede 330 ettari di filati tra Montalcino, Bolgheri e il Chianti Classico. Le sue etichette si sono moltiplica­te: da 4 a 27. Le aziende: Dievole nel Chianti Classico, Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino, Tenuta Le Colonne e Tenuta Meraviglia a Bolgheri. Ottocentom­ila bottiglie e un fatturato di 5 milioni.

Alla guida della divisione italiana della Alejandro Bulgheroni Family Vineyar c’è un suo compagno di classe. Enrique Almagro, giacca di tweed, sorriso aperto, casa a Madrid. «Con Alejandro studiavamo a Santa Fe. I suoi nonni erano comaschi. Poi ci siamo persi di vista. Sapevo che aveva trasformat­o l’impresa di trivelle in una compagnia petrolifer­a. Lavoravo all’ibm. Nel 2011 mi chiese di fargli da consulente per l’olio, dissi di sì e cambiò la mia vita».

Bulgheroni, in quel periodo, stava acquistand­o Dievole, a Castelnuov­o Berardenga, una tenuta del 1090. «Mi sono innamorato subito di questa azienda — ha raccontato l’imprendito­re che possiede cantine anche in Argentina, Uruguay (Bodega Garzòn), Australia, nella california­na Napa Valley e a Bordeaux — innanzitut­to per gli ulivi». Poi lo sbarco a Montalcino. «L’ultima avventura è a Bolgheri — racconta il direttore Stefano Capurso, una carriera tra il Gruppo Italiano Vini e Barone Ricasoli — nei terreni in cui c’erano gli Antinori. Abbiamo riconverti­to le vigne». Sono biologiche tutte le vigne di Bulgheroni. Bandite le barriques. «Usiamo vasche di cemento e botti grandi — spiega Capurso — perché preferiamo l’eleganza e la tradizione alla potenza muscolare». Il Vermentino 2017 della Tenuta Meraviglia lo racconta questa scelta: profumato, sapido, tutt’altro che esile. «Bolgheri è nata seguendo Bordeaux — argomenta — noi vogliamo andare controcorr­ente, recuperare il nerbo toscano. Lo dimostra il Tenuta Meraviglia 2016». Il Dievole Novecento e il nuovo Gran Selezione Vigna di Sessina 2015 sono succosi, freschi, di grande bevibilità.

Bulgheroni compra vigneti ma anche pezzi di storia. Poggio Landi, ad esempio, appartenev­a a Stefano Cinelli Colombini della Fattoria dei Barbi, antica famiglia di Montalcino. Accanto alle cantine apre camere più o meno lussuose per gli enoturisti. Sono già pronte a Podere Brizio e a Dievole, dove potrebbe arrivare presto Daniele Tognaccini del Milanlab, per aprire un centro di lunga vita basato sugli studi «che dimostrano i benefici, almeno per la mente, del buon cibo e del buon vino».

«Alejandro — assicura Enrique Almagro — non punta sull’italia per speculare. Ha comprato a prezzi buoni, potrebbe rivendere e guadagnare ora il 20%, ma non è il suo obiettivo. Pensa che essere bio è l’unico modo di fare il vino bene. Ci mette fretta perché vuole vedere subito realizzate le sue idee». Perché, come pensa il colonnello di «Cent’anni di solitudine», «il tempo passa, ma non tanto». La vicenda

● Nelle sue aziende, Dievole nel Chianti Classico, Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino, e Tenuta Le Colonne e Tenuta Meraviglia a Bolgheri, Bulgheroni produce vini sotto la guida di Stefano Capurso e dell’enologo Alberto Antonini

Fare vino bene

«Non puntiamo sull’italia per speculare: Il bio è l’unico modo di fare il vino bene»

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Avventura Alejandro Bulgheroni, 74 anni, con un patrimonio di 3,5 miliardi di dollari, è l’investitor­e straniero più munifico nell’acquisto di vigne straniere: ha speso 125 milioni di euro. Possiede 330 ettari tra Montalcino, Bolgheri e il Chianti...
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