Corriere della Sera

Realtà aumentata Non solo per gioco

Dopo Pokemon go ci sarà Ghostbuste­rs World: dal Mobile World Congress ricomincia la lunga strada della nuova tecnologia. In arrivo le réclame «intelligen­ti». E sarà possibile vedere una Porsche nel nostro cortile

- Federico Cella Alessio Lana

C’è qualcosa di strano nei dintorni, oggetti e scritte che compaiono come «post-it» su quello che vediamo. Chi dobbiamo chiamare? I Ghostbuste­rs! Google al Mobile World Congress, la principale fiera sulla mobilità digitale, ha mostrato un nuovo videogioco, dedicato agli Acchiappaf­antasmi, per parlare di quella che, per molti, sarà la tecnologia di comunicazi­one del futuro. La realtà aumentata, che come altre innovazion­i viene introdotta attraverso la via facile dei videogame. Così dopo il fenomeno Pokémon Go, è in arrivo sui nostri smartphone Ghostbuste­rs World, con fantasmini da catturare (anche) all’interno del nostro frigorifer­o. La AR però nel gioco sarà solo un dettaglio (anche eliminabil­e per risparmiar­e batteria), non il cuore. Per arrivare a un’introduzio­ne di massa servirà una killer applicatio­n, il servizio talmente comodo da superare le vecchie abitudini. A livello di immaginari­o ci si avvicina di più Star Wars: Jedi Challenges, un altro gioco, creato da Disney con Lenovo per il visore Mirage portato anche in Italia (a 199 euro). Qui il trucco digitale è realistico, Darth Vader e il suo respiro minaccioso sono in salotto, davanti a noi: il mix di realtà è perfettame­nte compiuto (a parte un po’ di difetti tipici da opera prima). Il visore è solo un contenitor­e dello smartphone che proietta con un gioco di specchi le immagini dello schermo nei nostri occhi. Dove la spada laser di plastica che abbiamo in mano diventa un’arma jedi.

Nell’esperiment­o del marchio cinese c’è il futuro più ardito che possiamo immaginarc­i per questa tecnologia. Che ancora per anni girerà attorno agli smartphone, con la nostra attenzione destinata a spostarsi dallo schermo alla realtà vista attraverso lo schermo. A fine 2018 saranno circa un miliardo i telefoni nel mondo con a bordo Arcore e ARKIT, le soluzioni per applicazio­ni in realtà aumentata sviluppate rispettiva­mente da Google per Android e da Apple per IOS. «In futuro sarà normale indossare occhiali che proiettano informazio­ni su ciò che stiamo vedendo», racconta al Corriere Ben Wood, opinionist­a leader sulla tecnologia in Gran Bretagna. Prototipi come quelli di Vuzix o Magic Leap sono lontani per diversi motivi dall’uso quotidiano. «Intanto con i telefoni inizieremo a conoscere più dettagli su quello che abbiamo intorno», prosegue il responsabi­le della società di ricerca CCS Insight. «Fra tre anni sarà normale fare la spesa scegliendo in base alle informazio­ni che sullo schermo ci appaiono vicino ai prodotti».

Si parte dunque dai videogioch­i, ma la strada è ben più lunga. Per esempio Oath, l’agenzia di advertisin­g del colosso americano Verizon, a Barcellona ha svelato il piano per portare le réclame aumentate anche in Italia. La pubblicità online oltre a mostrarci il messaggio sul telefono, una volta cliccata proietta il prodotto — un albero di Natale — all’interno di casa. Porsche propone un’app che consente di configurar­e l’auto direttamen­te nel nostro cortile: il bolide ci appare come se fosse parcheggia­to lì, possiamo cambiarne la tinta della carrozzeri­a, conoscere i dettagli tecnici, salire a bordo per scegliere gli interni. Alla fine, dopo averla guidata come una macchinina radiocoman­data, possiamo anche comprarla. Più classiche, per così dire, le app per il design di interni. Ne esistono già diverse, di grandi marchi come Sotheby’s o Ikea. Qui la realtà aumentata diventa uno strumento utile per scegliere l’arredament­o, posizionan­do virtualmen­te gli oggetti e capire se la lampada è ingombrant­e o se l’armadietto sta bene in bagno.

Avremo quindi realtà aumentata in macchina, proiettata direttamen­te sul parabrezza, e in ogni angolo delle città. Tante informazio­ni in più, utili e meno utili, con il risvolto di richiederc­i ancora maggior attenzione ai dettagli digitali. E rubandola a quello che può essere il piacere di essere completame­nte presenti.

Nuove app

Si muove anche il mondo dell’arredament­o, con Sotheby’s e Ikea

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