Realtà aumentata Non solo per gioco
Dopo Pokemon go ci sarà Ghostbusters World: dal Mobile World Congress ricomincia la lunga strada della nuova tecnologia. In arrivo le réclame «intelligenti». E sarà possibile vedere una Porsche nel nostro cortile
C’è qualcosa di strano nei dintorni, oggetti e scritte che compaiono come «post-it» su quello che vediamo. Chi dobbiamo chiamare? I Ghostbusters! Google al Mobile World Congress, la principale fiera sulla mobilità digitale, ha mostrato un nuovo videogioco, dedicato agli Acchiappafantasmi, per parlare di quella che, per molti, sarà la tecnologia di comunicazione del futuro. La realtà aumentata, che come altre innovazioni viene introdotta attraverso la via facile dei videogame. Così dopo il fenomeno Pokémon Go, è in arrivo sui nostri smartphone Ghostbusters World, con fantasmini da catturare (anche) all’interno del nostro frigorifero. La AR però nel gioco sarà solo un dettaglio (anche eliminabile per risparmiare batteria), non il cuore. Per arrivare a un’introduzione di massa servirà una killer application, il servizio talmente comodo da superare le vecchie abitudini. A livello di immaginario ci si avvicina di più Star Wars: Jedi Challenges, un altro gioco, creato da Disney con Lenovo per il visore Mirage portato anche in Italia (a 199 euro). Qui il trucco digitale è realistico, Darth Vader e il suo respiro minaccioso sono in salotto, davanti a noi: il mix di realtà è perfettamente compiuto (a parte un po’ di difetti tipici da opera prima). Il visore è solo un contenitore dello smartphone che proietta con un gioco di specchi le immagini dello schermo nei nostri occhi. Dove la spada laser di plastica che abbiamo in mano diventa un’arma jedi.
Nell’esperimento del marchio cinese c’è il futuro più ardito che possiamo immaginarci per questa tecnologia. Che ancora per anni girerà attorno agli smartphone, con la nostra attenzione destinata a spostarsi dallo schermo alla realtà vista attraverso lo schermo. A fine 2018 saranno circa un miliardo i telefoni nel mondo con a bordo Arcore e ARKIT, le soluzioni per applicazioni in realtà aumentata sviluppate rispettivamente da Google per Android e da Apple per IOS. «In futuro sarà normale indossare occhiali che proiettano informazioni su ciò che stiamo vedendo», racconta al Corriere Ben Wood, opinionista leader sulla tecnologia in Gran Bretagna. Prototipi come quelli di Vuzix o Magic Leap sono lontani per diversi motivi dall’uso quotidiano. «Intanto con i telefoni inizieremo a conoscere più dettagli su quello che abbiamo intorno», prosegue il responsabile della società di ricerca CCS Insight. «Fra tre anni sarà normale fare la spesa scegliendo in base alle informazioni che sullo schermo ci appaiono vicino ai prodotti».
Si parte dunque dai videogiochi, ma la strada è ben più lunga. Per esempio Oath, l’agenzia di advertising del colosso americano Verizon, a Barcellona ha svelato il piano per portare le réclame aumentate anche in Italia. La pubblicità online oltre a mostrarci il messaggio sul telefono, una volta cliccata proietta il prodotto — un albero di Natale — all’interno di casa. Porsche propone un’app che consente di configurare l’auto direttamente nel nostro cortile: il bolide ci appare come se fosse parcheggiato lì, possiamo cambiarne la tinta della carrozzeria, conoscere i dettagli tecnici, salire a bordo per scegliere gli interni. Alla fine, dopo averla guidata come una macchinina radiocomandata, possiamo anche comprarla. Più classiche, per così dire, le app per il design di interni. Ne esistono già diverse, di grandi marchi come Sotheby’s o Ikea. Qui la realtà aumentata diventa uno strumento utile per scegliere l’arredamento, posizionando virtualmente gli oggetti e capire se la lampada è ingombrante o se l’armadietto sta bene in bagno.
Avremo quindi realtà aumentata in macchina, proiettata direttamente sul parabrezza, e in ogni angolo delle città. Tante informazioni in più, utili e meno utili, con il risvolto di richiederci ancora maggior attenzione ai dettagli digitali. E rubandola a quello che può essere il piacere di essere completamente presenti.
Nuove app
Si muove anche il mondo dell’arredamento, con Sotheby’s e Ikea