L’auto che guida e fa il pieno da sola. E paga
Bmw, il veicolo può essere telecomandato con il cellulare. Pagamenti, il vecchio Pos va in pensione
Sali sull’auto, accendi il motore e imposti sul computer di bordo l’indirizzo della tua destinazione: lei inizia a muoversi autonomamente. «Sono in riserva. Occorre fare rifornimento», ti avvisa a un certo punto l’assistente vocale integrato, per poi elencarti i distributori più vicini. La macchina raggiunge quello che hai selezionato. L’addetto ti fa il pieno e tu riparti. Senza pagare. Perché ci ha già pensato lo stesso computer di bordo.
Il futuro dei nostri spostamenti sarà più o meno così. O almeno, questo è quanto lasciano I prototipi
● Bmw ha mostrato una i3 a guida autonoma di livello 5 (la più alta). Huawei ha fatto guidare a distanza al suo Mate 10 Pro una Porsche Panamera presagire alcune novità presentate all’edizione 2018 del Mobile World Congress di Barcellona. La parola chiave è interconnessione: dispositivi vari saranno in grado di comunicare tra di loro in modo sempre più sofisticato, così da soddisfare in maniera rapida ed efficace le esigenze dei loro proprietari.
Uno dei settori più interessati in questo senso è proprio quello dell’automotive: da qualche anno il legame fra auto e telefono si è fatto estremamente stretto. Bmw, per esempio, ha portato nella città catalana uno speciale prototipo della sua i3, dotato della tecnologia necessaria per condurre una guida autonoma di livello 5 (il massimo grado di automazione codificato dalla Society of Automotive Engineers, quando cioè avviene il passaggio totale di responsabilità dall’uomo alla macchina). Il veicolo può essere telecomandato attraverso un’apposita app sul cellulare: basta toccare lo schermo e la vettura raggiunge il punto indicato dal Gps del telefono. Ancora più spettacolare è il progetto «Roadreader» di Huawei: in appena cinque giorni di apprendimento, lo smartphone Mate 10 Pro ha imparato a guidare a distanza una Porsche Panamera. Grazie all’intelligenza artificiale del telefono, la berlina può distinguere tra mille tipologie di oggetti e, a seconda degli ostacoli che incontra, scegliere la direzione migliore.
Un altro trend riguarda l’integrazione di applicazioni pensate per lo smartphone nelle automobili, anche con lo scopo di evitare che il conducente si distragga durante la guida. Ford ha annunciato che da aprile tutti i suoi veicoli provvisti del sistema Sync 3 con Applink potranno proiet-
tare sul touchscreen i contenuti di Waze, app israeliana di navigazione. Mentre nelle vetture Seat presto debutterà il servizio di music-discovery Shazam. «Il 70 per cento di chi usa Shazam lo fa muovendosi a una velocità superiore ai 30 chilometri orari, il che significa che è in metropolitana, o più verosimilmente in auto», ha spiegato Luca de Meo, presidente del marchio spagnolo del gruppo Volkswagen.
Grazie a Visa, entro breve la nostra auto sarà addirittura abilitata a pagare il carburante, il parcheggio o il conto del cibo d’asporto. Ma la rivoluzione fintech non si limita all’automotive. Qualche anno fa c’è stato il lancio dei pagamenti via smartphone, l’anno scorso il boom di quelli con i wearable: a breve qualsiasi oggetto connesso, dall’auto al frigorifero, potrà effettuare degli acquisti. Il Pos, inoltre, è destinato al disuso: il sistema di pagamento non avrà più bisogno di un apparecchio dedicato, ma basterà una app da scaricare sul cellulare. In Gran Bretagna una sperimentazione di questo tipo, targata Mastercard, è attiva da qualche tempo. Manca pochissimo affinché anche alcune città italiane inizino a offrire lo stesso servizio di Londra: in metropolitana o sui mezzi pubblici sarà sufficiente passare sui tornelli o sull’obliteratore la propria carta di credito o di debito; il sistema studierà sul momento la tariffa più conveniente e vi farà entrare (e pagare). Visa sta già dialogando con diverse municipalizzate, tra cui Atm a Milano.