Bonucci: «Milan rimontare si può Gattuso feroce come Conte»
MILANO «Alla Champions io ci credo». Il ruggito è di Leonardo Bonucci, tornato a essere Ministro della Difesa, dopo un avvio di stagione da brividi. I tempi in cui il Milan occupava la colonna di destra della classifica ora sembrano lontanissimi: in finale di coppa Italia, attesa dal derby con l’inter e in procinto di affrontare l’arsenal in Europa League, la squadra di Gattuso oltre ad aver trovato un’anima, ha acquisito una compattezza difensiva sconosciuta a inizio campionato. Bonucci e i suoi fratelli non incassano gol — considerando tutte le competizioni — da sei partite (584 minuti complessivi: non succedeva dall’ottobre del 2006 sotto la gestione di Ancelotti) e in generale non perdono da tredici gare.
Molti dei meriti sono dell’allenatore, preoccupato al momento di spegnere con l’estintore gli entusiasmi cittadini. «Non sono diventato il guru delle panchine, sono ancora nessuno». Sarà, ma il capitano della squadra a caccia del quarto posto usa per Rino un paragone impegnativo. «Per la determinazione e la ferocia con cui lavora mi ricorda Conte: da quando è arrivato abbiamo iniziato un percorso di autostima».
Il primo ad averne beneficiato è stato proprio Bonucci, sbarcato a Milano schiacciato dalle responsabilità che hanno condizionato il rendimento in campo. «Confesso che mi son chiesto qualche volta: “ma chi me lo ha fatto fare?”. In quel periodo non offrivo prestazioni da vero Bonucci. Poi ho pensato più a me stesso che al resto e con forza interiore ho ripreso a crescere».
Il punto più basso lo ha toccato a ottobre con l’espulsione nella sfida con il Genoa per la gomitata a Rosi che gli costò due giornate di squalifica. Fu costretto a saltare l’appuntamento con il passato, la sfida con la Juventus. «Mi sentivo responsabile per l’errore commesso e ne parlai alla squadra. Un capitano non può lasciare la squadra in dieci pur per un gesto involontario. I compagni decisero di continuare con la scelta che la società aveva già compiuto (cioè l’attribuzione della fascia da capitano, ndr) e quello fu il primo mattone per il processo di ricostruzione».
Dove porterà il Milan lo scopriremo solo vivendo: di certo non aiutano le dichiarazioni alla Rai di Mino Raiola che torna a seminare il panico a Milanello. «Gigio ha fatto la scelta di restare al Milan, e la rispetto. Se mi dovesse chiedere, però, di andare via mi metterei subito al lavoro anche perché le richieste importanti ci sono. Anzi, se fosse per me Gigio dovrebbe andare via dal Milan». Inutile sottolineare che in via Aldo Rossi si siano infastiditi visto che le manovre di disturbo iniziano ora che sulla squadra è tornata l’alta pressione. Però i dirigenti per non farsi trovare impreparati hanno già prenotato Pepe Reina, in scadenza di contratto con il Napoli, per il prossimo anno (ha dato la disponibilità a vestire anche i panni del secondo). Il rendez vous propedeutico alla firma sul contratto di rinnovo di Gattuso è previsto invece per fine marzo: poi sarebbe troppo tardi per iniziare a pianificare la prossima stagione.
Champions, io ci credo Confesso che qualche volta mi son chiesto: ma chi me lo ha fatto fare? L’avvio non è stato da Bonucci
Il punto più basso l’espulsione col Genoa Un capitano non può lasciare la squadra in 10 pur per un gesto involontario