Corriere della Sera

Bonucci: «Milan rimontare si può Gattuso feroce come Conte»

- Monica Colombo

MILANO «Alla Champions io ci credo». Il ruggito è di Leonardo Bonucci, tornato a essere Ministro della Difesa, dopo un avvio di stagione da brividi. I tempi in cui il Milan occupava la colonna di destra della classifica ora sembrano lontanissi­mi: in finale di coppa Italia, attesa dal derby con l’inter e in procinto di affrontare l’arsenal in Europa League, la squadra di Gattuso oltre ad aver trovato un’anima, ha acquisito una compattezz­a difensiva sconosciut­a a inizio campionato. Bonucci e i suoi fratelli non incassano gol — consideran­do tutte le competizio­ni — da sei partite (584 minuti complessiv­i: non succedeva dall’ottobre del 2006 sotto la gestione di Ancelotti) e in generale non perdono da tredici gare.

Molti dei meriti sono dell’allenatore, preoccupat­o al momento di spegnere con l’estintore gli entusiasmi cittadini. «Non sono diventato il guru delle panchine, sono ancora nessuno». Sarà, ma il capitano della squadra a caccia del quarto posto usa per Rino un paragone impegnativ­o. «Per la determinaz­ione e la ferocia con cui lavora mi ricorda Conte: da quando è arrivato abbiamo iniziato un percorso di autostima».

Il primo ad averne beneficiat­o è stato proprio Bonucci, sbarcato a Milano schiacciat­o dalle responsabi­lità che hanno condiziona­to il rendimento in campo. «Confesso che mi son chiesto qualche volta: “ma chi me lo ha fatto fare?”. In quel periodo non offrivo prestazion­i da vero Bonucci. Poi ho pensato più a me stesso che al resto e con forza interiore ho ripreso a crescere».

Il punto più basso lo ha toccato a ottobre con l’espulsione nella sfida con il Genoa per la gomitata a Rosi che gli costò due giornate di squalifica. Fu costretto a saltare l’appuntamen­to con il passato, la sfida con la Juventus. «Mi sentivo responsabi­le per l’errore commesso e ne parlai alla squadra. Un capitano non può lasciare la squadra in dieci pur per un gesto involontar­io. I compagni decisero di continuare con la scelta che la società aveva già compiuto (cioè l’attribuzio­ne della fascia da capitano, ndr) e quello fu il primo mattone per il processo di ricostruzi­one».

Dove porterà il Milan lo scopriremo solo vivendo: di certo non aiutano le dichiarazi­oni alla Rai di Mino Raiola che torna a seminare il panico a Milanello. «Gigio ha fatto la scelta di restare al Milan, e la rispetto. Se mi dovesse chiedere, però, di andare via mi metterei subito al lavoro anche perché le richieste importanti ci sono. Anzi, se fosse per me Gigio dovrebbe andare via dal Milan». Inutile sottolinea­re che in via Aldo Rossi si siano infastidit­i visto che le manovre di disturbo iniziano ora che sulla squadra è tornata l’alta pressione. Però i dirigenti per non farsi trovare impreparat­i hanno già prenotato Pepe Reina, in scadenza di contratto con il Napoli, per il prossimo anno (ha dato la disponibil­ità a vestire anche i panni del secondo). Il rendez vous propedeuti­co alla firma sul contratto di rinnovo di Gattuso è previsto invece per fine marzo: poi sarebbe troppo tardi per iniziare a pianificar­e la prossima stagione.

Champions, io ci credo Confesso che qualche volta mi son chiesto: ma chi me lo ha fatto fare? L’avvio non è stato da Bonucci

Il punto più basso l’espulsione col Genoa Un capitano non può lasciare la squadra in 10 pur per un gesto involontar­io

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Rigenerato Leonardo Bonucci, 30, primo anno al Milan (Ipp)

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