Corriere della Sera

Idea Abatantuon­o «Bacerei Gattuso»

«Un bilancio in cinese chi può analizzarl­o?...»

- Giorgio Terruzzi

«Neve e derby, sembra la vigilia di Natale, una cosa da tanti anni fa quando il freddo era consueto, tutte le mattine a grattare il ghiaccio dai vetri dell’auto di mio padre con addosso il solito cappottino. A Roma qualche giorno fa ho visto gente vestita come sul K2 mentre prendevo il sole sul terrazzo».

Diego Abatantuon­o passa da Milano per presentare «Può baciare lo sposo», film di Alessandro Genovesi, un invito a ridere, sorridere e riflettere sui temi dell’omosessual­ità e dell’integrazio­ne. Aspetta Milan-inter, spera e immagina: «Di baciare Gattuso, per esempio. Di fare bene. Siamo cresciuti, non certo al livello dell’inter, intendiamo­ci».

Ecco, Gattuso. E Spalletti. Diversi, lontani. Invece, vicinissim­i. Sorpreso?

«Da Rino certamente. È che nessuno poteva valutarlo come allenatore. Sfrutta ciò che l’ha segnalato come giocatore, volontà e carattere a sostegno di una tecnica non eccelsa. Un uomo che insegna i movimenti a suoi ragazzi. Spalletti è bravissimo. Solo che la tifoseria Inter mi pare ipertesa. Non vincevano, sono arrivati in testa alla classifica, hanno perso un colpo: tutti a dare addosso a tutti. Del resto licenziaro­no Simoni mentre riceveva la Panchina d’oro».

d Quando andò via Montella nessuno disse ba Le cose non andavano. Con Rino sono tirati a lucido L’allenatore conta eccome, pensate a Sarri

Ma un allenatore, sino a che punto c’entra con il destino di una squadra?

«Quando andò via Montella, nessuno disse ba. Le cose non andavano. Con Gattuso sembrano tutti tirati a lucido. L’allenatore conta eccome. Basti pensare a Sarri. Il Napoli ha più venduto che comprato, eppure funziona sempre».

Cutrone dopo Donnarumma. Non è un po’ presto per trattare un giovane come un leader?

«Dipende dai soldi che prede e dalle ambizioni che coltiva. Oggi a vent’anni sei un uomo fatto. Gattuso, con Cutrone, sembra abbia trovato un modo per lanciarlo proteggend­olo».

A proposito di soldi, il Milan, quando gioca, è in piena luce. Per il resto, molte ombre. Cinesi.

«Provi lei ad analizzare un bilancio in cinese... Una volta avevamo grandi famiglie di imprendito­ri che regalavano il pallone alle città. Adesso è business e quando si tratta di business, nel calcio le cose si complicano».

Il suo ultrà è rimasto un’icona. Ma urlare «viulenza» oggi che senso avrebbe?

«Nessuno. Allora era un modo per ironizzare un tifo basato sulla presa in giro dell’altro. Adesso la violenza è una consuetudi­ne da stadio».

Tre nomi da suggerire al commissari­o Malagò?

«Albertini, Costacurta, Tommasi, mi sembrano colti e per bene. Comunque, migliorare dopo Tavecchio non mi pare una impresa titanica».

Napoli o Juve?

«Napoli. Credo la pensino come me quasi tutti, compresi alcuni juventini».

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(Lapresse) Rossonero Diego Abatantuon­o, 62 anni, attore

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