Tre medaglie in due ore, l’italia pedala nell’abbondanza
Mondiali su pista: terzi posti per i quartetti dell’inseguimento, argento di Scartezzini nello scratch
La grande sorpresa: Michele Scartezzini, argento nello scratch dietro al bulgaro Karaliok. La grande conferma: il quartetto maschile dell’inseguimento, bronzo con il secondo record italiano in tre giorni, uno strepitoso 3’54”606. La grande prima volta: le quattro inseguitrici che salgono anche loro sul podio, al terzo posto. Tre medaglie in due ore: la seconda giornata dei Mondiali di ciclismo su pista, ad Apeldoorn, Olanda, dimostra come ricostruire ad altissimi livelli in un biennio una specialità data per estinta in Italia, grazie a tecnici bravissimi nel reclutare e preparare un gruppo di giovani talenti, capaci di alternare la pista (per la gloria) alla strada, che dà loro da vivere. Senza le risorse infinite e la superbia della Gran Bretagna, senza gli onniscienti coach australiani o i mega impianti francesi. Allenandosi nell’unico velodromo italiano, quello bresciano di Montichiari che fa acqua dal tetto. E con soluzioni artigianali alternative (ma efficaci) alla tecnologia straniera grazie a due tecnici tanto modesti quando capaci: Marco Villa per gli uomini e Dino Salvoldi per le donne.
Ventisei anni, veronese, Scartezzini è tra i pochi dilettanti della pista. Ieri nella lotteria dello scratch è stato scaltrissimo a doppiare il gruppo con due compagni di fuga. Distanziato da Karaliov nel finale, ha freddato allo sprint l’australiano Scotson. Applausi per i quartetti. Gli uomini (Consonni, Bertazzo, Ganna e Lamon) hanno staccato i tedeschi, le donne (Balsamo, Guderzo, Valsecchi e Paternoster) le canadesi. Oggi grandi speranze per la Balsamo nell’omnium e Ganna nell’inseguimento individuale.