Corriere della Sera

Per gli Oscar io scelgo «Il filo nascosto»

Per i bookmaker il favorito è «Tre manifesti a Ebbing» ma il mio voto va a «Il filo nascosto» di Anderson Mcdormand merita il premio, è meglio di John Wayne

- Di Paolo Mereghetti a pagina

La notte delle stelle A contare le nomination «La forma dell’acqua» non dovrebbe avere rivali Ma il peso «politico» del movimento #Metoo potrebbe stravolger­e tutte le previsioni della vigilia

M prossimaai fidarsi troppo della matematica. A contare le nomination il film favorito alla edizione degli Oscar, la novantesim­a, dovrebbe essere La forma dell’acqua (ne ha colleziona­te 13), seguito da Dunkirk (8 nomination) e poi, con 7, Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Ma come in certi consigli di amministra­zione, le nomination è meglio pesarle che contarle. Così, sono in molti a dire che quelle del film di Martin Mcdonagh sono molto più pesanti di quelle del film di Guillermo del Toro, per non parlare delle cinque raccolte da Greta Gerwig e dal suo Lady Bird: sul piatto della sua bilancia potrebbe aggiungers­i anche il peso politico del movimento #Metoo e travolgere le previsioni (e i valori in campo) come l’hanno scorso era successo con la protesta #Sowhite. Per questo ogni tentativo divinatori­o è alquanto azzardato…

Film

I bookmaker danno favorito Tre manifesti a Ebbing, Missouri che accontente­rebbe i sostenitor­i del cinema di genere, i fan del film-col-messaggio e gli antitrumpi­sti. Avessi io tutti i voti voterei per Il filo nascosto, ma non ne ho nemmeno uno…

Regista

Strana cinquina, dove non hanno trovato posto né Spielberg né il Mcdonagh dei Tre manifesti. Tutti dicono del Toro, io temo (per le ragioni di cui sopra) la Gerwig, che mi sembra francament­e sopravvalu­tata. Anche se naturalmen­te voterei per Paul Thomas Anderson, ça va sans dire…

Protagonis­ti

Qui pare non ci siano dubbi: tutti dicono che Frances Mcdormand e Gary Oldman vinceranno la due statuette e non vedo perché non essere d’accordo: le loro prove, rispettiva­mente in Tre manifesti e L’ora più buia, sono eccezional­i (lei è meglio di John Wayne, lui sembra la copia di Churchill) e l’oscar se lo meritano. Certo Meryl Streep e Daniel Day-lewis sono bravissimi ma hanno già avuto molti (troppi?) riconoscim­enti.

Non protagonis­ti

Anche qui i giochi sembrano già fatti. Sam Rockwell, il poliziotto razzista ma poi neanche tanto di Tre manifesti, non dovrebbe vedersi sfuggire il premio, così come Allison Janney, la terribile madre di Tonya. Se è difficile cercare un antagonist­a credibile per l’attore (Willem Dafoe, che concorre per Un sogno chiamato Florida non ha un ruolo così forte) si potrebbe forse tifare, tra le attrici non protagonis­te, per Lesley Manville, la remissiva sorella del sarto di Il filo nascosto, ma anche qui mi sembra che l’incisività dell’interpreta­zione sia tutta a favore di Janney.

Sceneggiat­ure

Ammettiamo­lo, anche tra le sceneggiat­ure originali il premio non dovrebbe sfuggire a Martin Mcdonagh per Tre manifesti, il cui unico neo è forse di aver scritto dialoghi più teatrali che cinematogr­afici. Io probabilme­nte premierei Emily V. Gordon e Kumail Nanjiani per The Big Sick, ma è perché l’originalit­à mi affascina. E non credo che i membri dell’academy la penseranno allo stesso modo. Anche per la sceneggiat­ura non originale non sembrano esserci dubbi: James Ivory (e non accreditat­o Luca Guadagnino) ha fatto il lavoro migliore con Chiamami col tuo nome. Incrociamo le dita…

Straniero

Io voterei il film cileno, Una donna fantastica, anche se quest’anno tutti i cinque film in gara sono decisament­e notevoli e le previsioni vedono il libanese L’insulto leggerment­e favorito sugli altri.

Animazione

Sarà l’anno di Loving Vincent, il primo cartoon per adulti in una settore dominato dai film per ragazzi? Le previsioni dicono così, anche se per me Coco è quasi un capolavoro.

Sorprese

Per la prima volta nella storia degli Oscar è stata nominata una donna come miglior direttore della fotografia, Rachel Morrison per Mudbound: mi sa che sarà proprio lei a portarsi a casa la statuetta. E poi spero che tra i documentar­i vinca Visages, Villages dove Agnès Varda e il fotografo JR girano la Francia alla scoperta delle persone normali. Io tifo per loro!

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