Corriere della Sera

Decine di case «marchiate» a Pavia «Qui dentro abita un antifascis­ta»

«Conoscevan­o gli indirizzi». Tra i «segnalati» un assessore: intimidazi­one squadrista

- DAL NOSTRO INVIATO Gp. R.

Lorenzo Guerini, Pd Il raid Uno degli adesivi con la scritta «Qui ci abita un antifascis­ta» attaccato ai citofoni di alcune abitazioni a Pavia: l’allarme è partito dai social grazie al racconto di alcune persone obiettivo dell’intimidazi­one. Gli inquirenti ora stanno raccoglien­do informazio­ni

(Foto Milani) PAVIA Avevano gli indirizzi. E li hanno usati per «marchiare»decine di portoni e citofoni a Pavia con un adesivo artigianal­e, una sbarra sul simbolo utilizzato dalla Rete antifascis­ta e una frase eloquente, con un errore grammatica­le: «In questa casa ci abita un antifascis­ta».

Al mattino del sabato preelettor­ale, quindi, diverse persone si sono ritrovate «marchiate». Tra loro un assessore, una consiglier­a comunale, il segretario di un circolo del Pd ma anche semplici frequentat­ori degli ambienti di sinistra della città lombarda, dall’anpi a Radio Aut. Un blitz relativame­nte semplice da realizzare — non è difficile appiccicar­e qualcosa a un muro di notte — ma che presuppone una preparazio­ne minuziosa, soprattutt­o per l’aspetto più inquietant­e: la conoscenza degli indirizzi.

La notizia parte dai social network: «Questa mattina mi son svegliato e ho trovato questa gradita sorpresa accanto al citofono», scrive sulla sua pagina Facebook Gabriele Duci, geologo di 35 anni che figura tra gli amministra­tori di una pagina sulla vita della città in cui ci sono state discussion­i accese sul ritorno dell’estrema destra. «Ho cambiato casa un mese e mezzo fa — sottolinea — per farmi raggiunger­e dagli amici devo ancora perdermi in spiegazion­i e invece chi ha messo quell’adesivo alla mia porta è andato a colpo sicuro». Anche l’assessore alla Cultura, Giacomo Galazzo, ha trovato la sua porta marchiata: «Trovo che sia un gesto squadrista, un’intimidazi­one vergognosa. Ma io rispondo con orgoglio che sì, in quella casa abita un antifascis­ta e continuerò a dirlo a voce alta».

Preoccupat­o il sindaco di Pavia, Massimo De Paoli, perché «anche se si tratta di un gesto facile, perché non serve chissà qualche coraggio per appiccicar­e qualcosa su un muro, non sfugge il contenuto intimidato­rio pesante». E su Facebook lancia la sfida politica: «Vi serviranno troppi adesivi per appenderli a tutti i campanelli di Pavia».

Sul fronte investigat­ivo, la Digos sta esaminando le telecamere attive in tutte le zone interessat­e dal raid neofascist­a e la procura è informata degli accertamen­ti in corso. Ancora non esiste un conteggio finale delle abitazioni «colpite» ma, in attesa che vengano formalizza­te eventuali denunce, qualcuno avrebbe già fornito elementi utili alle indagini: fotogrammi che ritraggono almeno un momento del blitz.

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A nome mio e del Pd condanno i fatti di Pavia Non si può tacere e ritenere che si tratti di uno scherzo

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