Tv svizzera a rischio: la «tagliola» del voto sul canone
Oggi il referendum sulla «tassa più odiata», ma i sondaggi danno in vantaggio chi lo vuole pagare
Nella patria di Machiavelli, la promessa di abolirlo è stata per alcuni un cavallo di battaglia della campagna elettorale. Nella patria di Guglielmo Tell, il canone radiotelevisivo vogliono invece pagarlo in molti, forse la maggioranza degli elettori: 63% di favorevoli, 33% e passa di contrari. Così almeno dicono gli ultimi sondaggi sull’iniziativa popolare che oggi proporrà appunto l’abolizione del canone obbligatorio stabilito a favore della Ssr, la televisione pubblica svizzera. E che sarà probabilmente bocciata: governo e Parlamento della Confederazione raccomandano il «no» alla proposta, anche Amnesty international lo fa, migliaia di La campagna Un manifesto per il no (A. Anex/keystone via AP) persone si sono riunite a favore di questa o quella linea in tranquille città fra i laghi non certo abituate a cortei di massa; e anche la Federazione dei Sordi ha convocato manifestazioni per mostrare — mani premute sulle orecchie — che cosa comporterebbe una vittoria del no alla tassa.
Il canone televisivo svizzero «pesa» 451 franchi (circa 400 euro) all’anno ed è il più alto in Europa: anche perché la Società svizzera di radiotelevisione (Ssr) raccoglie sotto il suo ombrellone quattro televisioni e cinque stazioni radio nazionali oltre a una trentina di locali, e trasmette in tutte le lingue nazionali della Svizzera compreso l’italiano.
Referendum «no-billag», così hanno chiamato la consultazione di oggi, dal nome della società che raccoglie l’imposta. Per gli oppositori, che hanno raccolto oltre 100 mila firme, il canone viola i principi del libero mercato costringendo la gente a sborsar soldi per programmi che sarebbero stantii o magari dai gusti troppo filoitaliani, ecco un’accusa che rimbalza sul web, riferita alla radiotelevisione della Svizzera italiana: «L’erba del vicino è sempre più verde, l’italica erba rossa lo è indubbiamente ed il nostro piccolo mondo finisce al Gottardo...».
Ma gli altri, quelli che appoggiano il canone, lo considerano invece come un baluardo dei programmi di qualità, e soprattutto un antidoto contro le presunte «fake news». «Non vogliamo una berlusconizzazione del nostro panorama mediatico», proclamano i Verdi schieratisi In gioco
● Il canone Oggi i cittadini svizzeri decideranno se abolire o no il canone della tv pubblica. Il costo è 400 euro l’anno
● I promotori Gli oppositori del canone hanno raccolto circa 100 mila firme contro «no-billag».
E c’è chi considera a rischio anche il multilinguismo della Confederazione: il Canton Ticino ha solo 350 mila abitanti, e senza il canone — a Lugano o a Locarno lo dicono in molti — difficilmente la sua radiotelevisione Rsi conserverebbe la stessa diffusione. Nel 2016 oltre 4 spettatori su 10 hanno scelto i canali Rsi. Ma nello stesso tempo, pesa la concorrenza — soprattutto nei grandi eventi sportivi o dello spettacolo — dei canali italofoni. Ormai sono una sessantina, perché appunto «l’erba del vicino è sempre più verde».