Lite condominiale per due finestre L’ultima «querelle» di casa Battisti
La vedova di Lucio denunciata dai vicini, il figlio accusato di falsa testimonianza
Nel suo curriculum giudiziario non poteva mancare la classica lite condominiale, specchio dell’italia con la carta bollata in mano. È l’ennesima causa che vede coinvolta la vedova di Lucio Battisti, Grazia Letizia Veronese, e non ha nulla a che vedere con la musica del cantautore scomparso nel 1998.
Tutto gira attorno a due finestre che dall’appartamento di proprietà della famiglia Battisti danno sul vano scala di un condominio di Rimini. Nel 2011, secondo la vedova e il figlio, sarebbero state sostituite con dei nuovi infissi. Per altri condomini non esistevano proprio e sarebbero state realizzate da zero. Il figlio Luca Filippo, un altro condomino e l’operaio che dice di aver realizzato i lavori all’epoca sono indagati per falsa testimonianza perché in una prima causa civile avrebbero detto che quelle finestre esistevano dal 1981. Altri condomini avevano sostenuto che erano spuntate dal nulla. Il processo è in corso ed è prevista un’udienza a fine mese. Ma la lite non si è fermata alla data di nascita dei lavori. In parallelo Veronese aveva denunciato per calunnia e diffamazione la vicina che aveva risposto con una analoga causa. La vedova Battisti è stata rinviata a giudizio e un’udienza è prevista per maggio.
Grazia Letizia Veronese è combattiva. Non molla. Dalla morte del marito ne ha gestito l’eredità musicale partendo da un’idea di integrità artistica molto rigida. Insomma, sembra che senza Battisti non ci debba più essere la sua musica. Lei e il figlio hanno sempre negato l’autorizzazione all’inserimento delle canzoni in spot pubblicitari e colonne sonore. Hanno anche bloccato la digitalizzazione del catalogo che non è mai stato disponibile per il download legale e nemmeno ora sulle piattaforme di streaming. Chi
Combattiva
Grazia Letizia Veronese alla fine è stata rinviata a giudizio per calunnia e diffamazione
Il cantante è scomparso a soli
55 anni, il 9 settembre del 1998 vuole ascoltare Battisti oggi deve comprare un vinile o un cd (e l’ultima raccolta l’anno scorso è andata al numero 1 delle classifiche) oppure cercare su Youtube, dove non esiste un catalogo ufficiale.
Questo perché i diritti editoriali sulle canzoni sono nelle mani di Acqua Azzurra, società divisa fra la famiglia (56%), Universal Ricordi (35%) e Giulio Rapetti in arte Mogol (9%). Proprio l’autore dei testi ha fatto causa: se la musica non viene sfruttata c’è un danno economico. Il tribunale gli ha dato ragione assegnandoli un risarcimento milionario e la società, che fa gola a molti, è stata messa in liquidazione.
Non solo avvocati. La signora è più volte intervenuta in via informale per chiedere che non venissero utilizzate immagini o canzoni di Lucio in trasmissioni televisive. A leggere gli atti dei processi si capisce quanto sia tenace nel perseguire il suo obiettivo: Morandi e Pupo hanno testimoniato di essere stati travolti dalle sue parole per aver usato i brani di Lucio in alcuni show. E chissà cosa penserà dello speciale di Techetechetè dedicato ai due Lucio della canzone, Battisti e Dalla, in onda oggi alle 17 su Rai1. In epoca pre-social e selfie Battisti era ossessionato dalla privacy al punto di essere praticamente sparito. Niente foto, né apparizioni tv o interviste con i giornali: in pubblico doveva esistere solo la sua musica. Grazia Letizia Veronese ha fatto lo stesso: niente interviste o commemorazioni. Né organizzate dalla famiglia, tantomeno da altri. Come sa il comune di Molteno, paesino del lecchese dove il cantautore si era ritirato per vivere lontano dai riflettori, che si è visto portare in tribunale per aver organizzato una manifestazione in memoria di Lucio.
La lotta sulle canzoni Lei e il figlio hanno negato l’autorizzazione a usare le canzoni in spot e colonne sonore