Corriere della Sera

«Musa e partner per sempre» La sfilata è una lettera d’amore

Andreas Kronthaler e l’omaggio alla moglie Vivienne Westwood Hermès e tutte le sfumature della pelle. Drome, il piacere di scoprirsi

- DALLA NOSTRA INVIATA 1 2 3 6 4 Paola Pollo 5

PARIGI La moda parla d’amore. Quello per sempre. Si sono conosciuti quando lei, Vivienne Westwood, era la sua insegnante a Vienna, alla scuola di designer. Lui, Andreas Kronthaler, era uno studente modello timido e belloccio. Era il 1988, quattro anni dopo, nel 1992, si sposarono a Londra, durante una pausa caffè, indossando lo stesso completo. Nessuno sa esattament­e quanti anni di differenza abbiano. È un argomento tabù e sulla rete l’anagrafico di lui cambia sempre. Non che importi di fronte a una lettera d’amore come quella che Andreas ha scritto ieri alla sua Vivienne dedicandol­e la sfilata (è lui che da due anni disegna le collezioni) che ripercorre in parallelo la loro storia e quella della moda della stilista che è stata la più ribelle che Regno Unito abbia mai avuto.

Dagli abiti punk a quelli più sexy e provocator­i; dal periodo della sperimenta­zione a quello metropolit­ano; dal presente unisex al futuro con le battaglie per salvare il pianeta. C’è la tuta che lei indossava quando entrò in classe e conquistò il ragazzo e la tunica di maglia super sexy che sempre Vivienne tricottò una sera d’inverno per portarla con Andreas. Drappeggi e spacchi e scollature e sovrapposi­zioni e citazioni di cuori e vagine e falli. Uomini vestiti da donna e donne con trucco pesante. Il vocabolari­o delle provocazio­ni c’è tutto, compreso tre simili drug queen che si dimenavano come ossessi mezzi nudi. Eppure in quel girone dantesco la poesia di quell’omaggio non si è

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La dichiarazi­one Dio da quando ci conosciamo! Che meraviglia. Sei la donna meglio vestita

persa: «Dio da quando ci conosciamo! Che meraviglia. Voglio celebrarti come mia collaborat­rice, amica e partner, mia insegnante e ovviamente musa», comincia. Per chiudere: «Ancora oggi credo che tu sia la donna meglio vestita. Ti amerò per sempre».

E una questione di scelte. Come quella di seguire la tradizione che da sempre fa Hermès. Preferendo lo stile alla moda. Che sono due cose diverse come scriveva Gillo Dorfles, amando il primo e sprezzando la seconda, effimera e sciocca. Onore alla maison francese di tenere la barra diritta quindi, correndo il rischio di ripetersi un po’, ma le sofisticat­e e ricche clienti sanno sempre riconoscer­e l’impercetti­bile esistenza dell’essere di stagione. Fosse quella sfumatura di giallo o quel nuovo tacco di caucciù degli stivali. O, come in questo show, l’uso totalizzan­te della pelle per trench riveduti nelle proporzion­i (finalmente più slim), gonne midi, camicie, pantaloni, giubbotti e mantelle. Se non è nappa sono le coperte usate nelle scuderie, off corse in cashmere per lo stesso guardaroba di stile.

Love in the air qui a Parigi. Da Drome anche Marianna Rosati esplora il femminile raccontand­o di una voglia di esprimerlo con più forza in risposta alla sempre crescente paura di scoprirsi. «Perché negare la propria sensualità? — si chiede questa giovane stilista — Non fa che aumentare le incertezze che abbiamo e renderci pi vulnerabil­i». Una sfida con se stesse più che verso gli altri. I piccoli reggiseni a stampa pitone pixel e i top di chiffon allora e gonne corte e sopra i montoni e blouson di pelle dai grandi colli a scialle per riscoprire il gesto di avvolgersi e coprirsi ogni volta che si vuole. «Siamo noi a dover decidere sempre quando scoprirci». La storia poi resta la sua di grande manipolatr­ice della pelle con la quale fa tutto: dai blazer, ai tubini, alle gonne plissè.

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Westwood Andreas Kronthaler ha riproposto in sfilata la tuta indossata da Vivienne quando i due si sono conosciuti

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