Corriere della Sera

IL VOTO SUL GOVERNO NON RISOLVE I PROBLEMI DELLA SPD IN DIFFICOLTA’

- di Paolo Valentino

Èil giorno più lungo della Spd, ma anche della Germania e dell’europa. Già stamane sapremo se i 460 mila militanti socialdemo­cratici hanno votato in maggioranz­a a favore della Grosse Koalition con la Cdu-csu, dando via libera a un governo stabile sotto la guida di Angela Merkel a quasi sei mesi dalle elezioni. Per quanto improbabil­e, anche se nessuno si è sentito di escluderla del tutto, una bocciatura aprirebbe una fase di incertezza e instabilit­à politica inedita. Merkel potrebbe ritrovarsi cancellier­a di un governo di minoranza e comunque per un periodo limitato al massimo fino alla fine dell’anno, quando il Paese andrebbe sarebbe sicurament­e a nuove elezioni.ma qualunque sia l’esito della consultazi­one interna, non sarà il referendum sulla Grosse Koalition a sciogliere il dilemma esistenzia­le della socialdemo­crazia tedesca, che in 12 anni è stata sconfitta in tre elezioni federali di fila, è passata dal 34% al 20% dei voti. Certo una vittoria del no avrebbe conseguenz­e devastanti: l’intero gruppo dirigente, appena ridisegnat­o intorno alle figure di Andrea Nahles e Olaf Scholz, sarebbe completame­nte delegittim­ato. Ma anche andando al governo, la Spd non potrà evitare un profondo rinnovamen­to sia in termini di strategia che di personale politico se vuole tornare ad essere Volksparte­i, forza popolare capace di tenere insieme pezzi diversi di società.

Peer Steinbrück, ex ministro delle Finanze, parla di «perdita di senso della realtà» di un partito che «non è più all’altezza dei tempi». La sfida per la Spd è proprio questa: dare risposte alle nuove questioni sociali che emergono in Germania, povertà, divisioni Est-ovest, conseguenz­e negative della digitalizz­azione, immigrazio­ne. Ovvero diventare irrilevant­e.

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