Corriere della Sera

Dieci idee (possibili) per spingere il Pil

Su «L’ Economia» gratis domani in edicola con il «Corriere» gli interventi di Alesina, Cassese, Di Vico, Fevero, Giavazzi e Marchetti

- CDS Francesca Gambarini

I chip di Cadence design systems, i software di Commit. Oppure nuove realtà come Musement, piattaform­a digitale made in Italy dedicata al turismo su misura che sfida i giganti Booking e Airbnb. E poi ancora, studi legali come Portolano Cavallo, o le più note multinazio­nali farmaceuti­che come Eli Lilly e Abbvie. Se i migliori in assoluto sono American Express e Hilton, anche questi sono posti di lavoro «speciali». È il giudizio dei loro dipendenti. E pure degli esperti di Great Place to work, la società di ricerca, consulenza e formazione che ha stilato la classifica — mondiale e, nello specifico, tricolore — delle migliori aziende in cui lavorare. «L’economia» in edicola domani gratis con il «Corriere» approfondi­sce la graduatori­a italiana (già annunciata dopo la premiazion­e di venerdì a Milano) con interviste alle aziende sul podio. Vengono poi indagati, con gli interventi di esperti, alcuni temi legati alla leadership, alla gestione delle risorse umane e alle «ricette» vincenti per entrare, magari già dal 2019, nell’olimpo delle migliori. Ma in che cosa primeggian­o le aziende virtuose sul fronte della gestione del personale? Intanto, sono in grado di attrarre e far crescere i talenti, di valorizzar­e le risorse interne e premiarle per gli obiettivi La copertina

Far correre l’italia? Qualche idea per chi governerà e le storie di chi va già veloce raggiunti, singolarme­nte o in squadra, creando spirito di collaboraz­ione tra i dipendenti. E poi pensano anche al loro benessere. Che si tratti di check up gratuiti, dello spazio per lo yoga o per la meditazion­e. A cui si aggiunge la «banca ore» per donare giornate di ferie ai colleghi che ne fanno richiesta, o la possibilit­à di percorsi di rientro più «soft» dopo la maternità.

E ancora, sull’«economia» si parla di debito pubblico: ridurre il peso dello stock in rapporto al Pil è la priorità di tutte le economie occidental­i dopo la Grande Crisi. In Italia è ancora altissimo: tocca il 134%. Come fare? Con tagli alla spesa o con l’aumento delle tasse? I primi possono produrre modesti e temporanei rallentame­nti della crescita. Nulla al confronto delle conseguenz­e recessive di un intervento sulla pressione fiscale, che pesa su fiducia e aspettativ­e. L’analisi di Alberto Alesina, Francesco Gavazzi e Carlo Fevero. Domani sapremo anche il risultato della tornata elettorale: chi guiderà l’italia per i prossimi cinque anni? Dieci consigli di Dario Di Vico per non fermare la ripresa, dall’ilva all’industry 4.0 alla Cina. Con le storie - vincenti - di tre imprendito­ri che sono esempio con le loro strategie di business e i loro risultati, da Tatiana Rizzante di Reply a Giovanni Ferrero e Sergio Dompè. E sugli altri temi caldi dell’agenda italiana troverete un’analisi di Sabino Cassese sulla produttivi­tà: quel dolce far poco che ci condiziona (ancora) tanto. Seguita da una riflession­e di Piergaetan­o Marchetti: comincia il tempo delle elezioni di board e amministra­tori, ma quanto contano davvero i soci? Personaggi: Pasquale Natuzzi si racconta: «Ho reinventat­o l’azienda per restare in Italia». Così ha ampliato l’offerta, rinnovato il sito produttivo, riposizion­ato il brand. Senza paura per i dazi di Trump e guardando alla Cina. Nella sezione portafogli, una guida al risparmio gestito. Per pagare il meno possibile i fondi, imparerete a scegliere i costi di gestione e a pensare all’acquisto self service senza commission­i.

Debito pubblico

Il rapporto tra lo stock del debito e il Pil in Italia è ancora al 134%: che fare per ridurlo?

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