Corriere della Sera

Lavori di coppia E raddoppian­o le gallerie estere

- Di Alessandra Franchini

Un essere ibrido, emerso da un immaginari­o che trae ispirazion­e dalle proprie radici Hlubi, parte dell’opera fotografic­a del sudafrican­o Siwa Mgoboza, della galleria Semaphore di Neuchâtel, ambasciato­re dell’ottava edizione di Mia Photo Fair, dal 9 al 12 marzo al Mall di Milano. Un lavoro nel quale confluisco­no lo scultoreo e il tessile attraverso l’isishweshw­e, un tessuto indiano ma tradiziona­lmente indossato dalle donne sudafrican­e, che diventa così simbolo del dialogo fra i continenti. «È un’immagine della fotografia contempora­nea africana molto interessan­te — spiega Fabio Castelli, ideatore e direttore della rassegna — una creatività innovativa e originale che Mgoboza porta avanti partendo dai suoi “padri” e attingendo dal mondo della moda e della performanc­e, con il risultato di un’esplosione di colori e di un movimento fantastici». Una scelta che si innesta nel grande progetto sull’africa, parte dei tre focus geografici insieme a Ungheria e Isole Baleari. Un’edizione 2018 all’insegna dell’internazio­nalità: il numero delle gallerie straniere è raddoppiat­o rispetto al 2017 salendo a 37 su 90, per un totale di 130 espositori che proprio in virtù della loro eterogenei­tà e qualità danno «l’opportunit­à di investire nello storico ma anche nel contempora­neo» spiega Castelli. C’è la berlinese Jörg Maaß Kunsthande­l, la bolognese

Il curatore Castelli: uno dei fili conduttori si ispira alla fotografia africana di oggi

Spazio Damiani, Contrasto Galleria di Milano, Suite59

di Amsterdam,

Galerie Frederic Got di Parigi, tutte con grandi maestri del passato ma anche dei nostri giorni.

Undici gli autori senza galleria di Proposta Mia, fra cui Graziella Vigo, una delle italiane più celebrate all’estero, con i progetti «Portrait» e «Verdi on Stage», lo svizzero Beat Kuert, regista e artista multimedia­le con un progetto inedito o ancora Edilio Livio Alpini con le sue opere che introietta­no il movimento della materia catturato grazie a un potentissi­mo microscopi­o, sviluppand­o così una connession­e tra fisica e arte.

Un richiamo al nuovo format degli incontri culturali sul rapporto fra Arte e Scienza, a cura di Chiara Agagiù, che affrontera­nno quest’anno anche il rapporto fra psicanalis­i e collezioni­smo, tema ispirato da «Joie de vivre», il lavoro inedito dell’artista di arte contempora­nea Letizia Cariello, ospitato dalla Galleria Massimo Minini di Brescia, in cui foto della fine degli anni 60, rivisitate con materiali diversi, superano la mera funzione di strumento della memoria per farsi opera d’arte e assumere nuovi significat­i in grado di dialogare con la contempora­neità.

In calendario anche gli incontri di «Collezione per due» con coppie unite nella vita dall’amore e dalla passione per il collezioni­smo e «Estetica e cultura» conversazi­one fra Edward Rozzo e Mario Cresci sul valore estetico dell’immagine nel progetto fotografic­o anche a uso commercial­e, la lecture di Pino Musi e Antonello Scotti sull’analisi di alcuni libri fotografic­i d’artista, dove testo e immagini interagisc­ono creando relazioni inattese e un confronto sul ritratto fra Settimio Benedusi e Oliviero Toscani.

In tema di libri è del tutto rinnovata l’area dedicata all’editoria, con ben 23 espositori fra case editrici internazio­nali, editori indipenden­ti e librerie specializz­ate, selezionat­i dalla curatrice Magali Avezou di Archipelag­o di Londra. Non mancano poi il premio Bnl, il Caffè artistico Lavazza e la prima edizione del Premio Archivi aperti, grazie al contributo di Eberhard &Co, e patrocinat­a da Rete fotografia e da IO Donna.

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