Lavori di coppia E raddoppiano le gallerie estere
Un essere ibrido, emerso da un immaginario che trae ispirazione dalle proprie radici Hlubi, parte dell’opera fotografica del sudafricano Siwa Mgoboza, della galleria Semaphore di Neuchâtel, ambasciatore dell’ottava edizione di Mia Photo Fair, dal 9 al 12 marzo al Mall di Milano. Un lavoro nel quale confluiscono lo scultoreo e il tessile attraverso l’isishweshwe, un tessuto indiano ma tradizionalmente indossato dalle donne sudafricane, che diventa così simbolo del dialogo fra i continenti. «È un’immagine della fotografia contemporanea africana molto interessante — spiega Fabio Castelli, ideatore e direttore della rassegna — una creatività innovativa e originale che Mgoboza porta avanti partendo dai suoi “padri” e attingendo dal mondo della moda e della performance, con il risultato di un’esplosione di colori e di un movimento fantastici». Una scelta che si innesta nel grande progetto sull’africa, parte dei tre focus geografici insieme a Ungheria e Isole Baleari. Un’edizione 2018 all’insegna dell’internazionalità: il numero delle gallerie straniere è raddoppiato rispetto al 2017 salendo a 37 su 90, per un totale di 130 espositori che proprio in virtù della loro eterogeneità e qualità danno «l’opportunità di investire nello storico ma anche nel contemporaneo» spiega Castelli. C’è la berlinese Jörg Maaß Kunsthandel, la bolognese
Il curatore Castelli: uno dei fili conduttori si ispira alla fotografia africana di oggi
Spazio Damiani, Contrasto Galleria di Milano, Suite59
di Amsterdam,
Galerie Frederic Got di Parigi, tutte con grandi maestri del passato ma anche dei nostri giorni.
Undici gli autori senza galleria di Proposta Mia, fra cui Graziella Vigo, una delle italiane più celebrate all’estero, con i progetti «Portrait» e «Verdi on Stage», lo svizzero Beat Kuert, regista e artista multimediale con un progetto inedito o ancora Edilio Livio Alpini con le sue opere che introiettano il movimento della materia catturato grazie a un potentissimo microscopio, sviluppando così una connessione tra fisica e arte.
Un richiamo al nuovo format degli incontri culturali sul rapporto fra Arte e Scienza, a cura di Chiara Agagiù, che affronteranno quest’anno anche il rapporto fra psicanalisi e collezionismo, tema ispirato da «Joie de vivre», il lavoro inedito dell’artista di arte contemporanea Letizia Cariello, ospitato dalla Galleria Massimo Minini di Brescia, in cui foto della fine degli anni 60, rivisitate con materiali diversi, superano la mera funzione di strumento della memoria per farsi opera d’arte e assumere nuovi significati in grado di dialogare con la contemporaneità.
In calendario anche gli incontri di «Collezione per due» con coppie unite nella vita dall’amore e dalla passione per il collezionismo e «Estetica e cultura» conversazione fra Edward Rozzo e Mario Cresci sul valore estetico dell’immagine nel progetto fotografico anche a uso commerciale, la lecture di Pino Musi e Antonello Scotti sull’analisi di alcuni libri fotografici d’artista, dove testo e immagini interagiscono creando relazioni inattese e un confronto sul ritratto fra Settimio Benedusi e Oliviero Toscani.
In tema di libri è del tutto rinnovata l’area dedicata all’editoria, con ben 23 espositori fra case editrici internazionali, editori indipendenti e librerie specializzate, selezionati dalla curatrice Magali Avezou di Archipelago di Londra. Non mancano poi il premio Bnl, il Caffè artistico Lavazza e la prima edizione del Premio Archivi aperti, grazie al contributo di Eberhard &Co, e patrocinata da Rete fotografia e da IO Donna.
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