Corriere della Sera

Dybala, magia finale

Gol dell’argentino che punisce la Lazio Adesso la Juventus è in corsia di sorpasso

- Paolo Tomaselli

Mancano trenta secondi alla fine di una partita brutta, per farle un compliment­o. Quasi per inerzia la Juventus tenta l’ultimo attacco, sulla destra. Alex Sandro va al cross, che rimpalla su un giocatore della Lazio e finisce a Rugani. Il difensore dalla trequarti serve il pallone a Dybala. Il fuoriclass­e argentino controlla al limite dell’area, spostato sulla sinistra della lunetta, in un attimo supera Felipe Luiz con un tunnel, poi entra in area ingaggiand­o un corpo a corpo con Parolo, che difende su di lui «a rovescio» e lo trascina verso terra. Prima di cadere aggrappato all’avversario, la Joya riesce a dare un colpo secco col sinistro, che finisce sotto l’incrocio dei pali.

È il suo primo e unico tiro in porta. È una perla raccolta nel fango, che fa esplodere di gioia Allegri: il pareggio sembrava un risultato positivo, perché la Lazio si era resa un po’ più pericolosa, ma la Juve all’ultimo respiro raccoglie l’undicesima vittoria consecutiv­a in campionato.

La più importante, visto lo stop del Napoli contro la Roma, che quindi potrebbe consentire il sorpasso alla Juve dopo il recupero con l’atalanta (fissato il 14 marzo alle ore 18): «Il calcio è bestiale ed è bello per questo — sogghigna Max Allegri —. Non è che provo piacere a vincere giocando male, ma il Dna della Juventus è questo. Poi, io non sono molto preparato su queste cose: non capisco dove finisce il giocare bene e dove inizia la vittoria. Avevo molti assenti e Mandzukic “cionco”. Se ho davanti un muro non è che posso andarci addosso con la macchina: o lo salto o lo aggiro. Ci vuole maturità anche nella strategia. E da questo punto di vista è stata una bella partita. Da quello tecnico no».

Lazio e Juve hanno perso quasi 300 palloni nelle mischie a centrocamp­o, ma anche questo è strategico: Allegri tira fuori dall’armadio la vecchia difesa a 3, che mancava da fine novembre, intasa le fasce con altri due difensori come Lichtstein­er e Asamoah.

È chiarament­e una scelta fatta per bloccare sul nascere le iniziative della Lazio, che aveva battuto due volte su due i bianconeri quest’anno. Le occasioni si contano sulle dita di una mano: un colpo di testa di Milinkovic, parato. Un tiro di Immobile, deviato ancora da Buffon. Un’occasione di testa fallita da Mandzukic, al quale viene annullato anche un gol per fallo di Rugani su Radu. A scaldare la pentolacci­a — dentro cui la partita non ribolle davvero mai fino al 92’30’’, anche per la stanchezza degli impegni di mercoledì in Coppa Italia — sono due rigori non dati: il primo per fallo di Leiva su Dybala e il secondo per un’ entrata scomposta di Benatia su Leiva, più evidente, nella ripresa. Della Var non c’è traccia.

Nemmeno di Dybala se è per questo: ma la bellezza, quando è nascosta e appare all’improvviso, sa essere accecante. Forse se ne sono accorti anche a Napoli.

Inzaghi Il calcio è spietato Dispiace, ma non ho nulla da recriminar­e

Allegri Il calcio è bestiale I ragazzi meritano, sono stati straordina­ri

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(Reuters) Capolavoro Paulo Dybala, pressato da Parolo e ormai a terra, sta per incrociare il sinistro che deciderà Lazio-juve al 48’ del secondo tempo
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