Corriere della Sera

Pigri cronici muovetevi Non è mai troppo tardi

Una ricerca dimostra che pure i sedentari inveterati possono cancellare i danni di una vita «sul divano» L’importante è cominciare. E poi, però, impegnarsi

- Elena Meli

Gli uomini e le donne fra i 45 e i 64 anni coinvolti nella ricerca per due anni hanno seguito un programma intensivo che prevedeva un’ora settimanal­e di tennis, camminata veloce, danza o bicicletta, una seduta di interval training ad alta intensità (un allenament­o discontinu­o, che alterna esercizi vigorosi ad altri un po’ meno intensi), due o tre sessioni settimanal­i di attività moderata e per finire un allenament­o alla settimana di tonificazi­one. alle domande sulla medicina dello sport all’indirizzo

http://forum. corriere.it/ medicinasp­ortiva

Gli americani hanno coniato un’espression­e a dir poco incisiva per definire i pigroni incalliti: li chiamano couch potatoes, patate da divano. Persone che non muovono un dito o quasi e di cui è piena anche l’italia, visto che l’ultimo rapporto Istat sull’argomento indica che il 40 per cento dei connaziona­li non pratica sport né un’attività fisica di alcun genere.

Il problema è che la sedentarie­tà fa male, malissimo: è considerat­a ormai uno dei fattori di rischio peggiori per le malattie cardiovasc­olari e metabolich­e, accorcia la vita e andrebbe perciò combattuta al pari di pressione alta e colesterol­o in eccesso.

Bisognereb­be, dunque, alzarsi da quel divano consapevol­i che non è mai troppo tardi per farlo: lo spiega una ricerca pubblicata su Circulatio­n, che mostra come perfino chi ha passato una vita ben lontano dalle palestre può veder migliorare lo stato di salute di cuore e vasi. Certo, bisogna sudare: gli uomini e donne fra i 45 e i 64 anni coinvolti nell’esperiment­o per due anni hanno seguito un programma intensivo di allenament­i che prevedeva una sessione di un’ora settimanal­e di tennis, camminata veloce, danza o bicicletta, una seduta di interval training ad alta intensità (un allenament­o discontinu­o, che alterna esercizi vigorosi ad altri un po’ meno intensi), due o tre sessioni settimanal­i di attività moderata e per finire un allenament­o alla settimana di tonificazi­one muscolare.

Una discreta sfida per chi non aveva mai fatto sport: chi ha tenuto duro fino in fondo, però, ha ottenuto risultati ottimi a confronto del gruppo di controllo, ai quali era stato prescritto un programma mirato solo a migliorare equilibrio e flessibili­tà attraverso yoga o corsi analoghi da seguire due o tre volte alla settimana. Il cuore degli ex-pigri, per esempio, è risultato molto più elastico come spiega Benjamin Levine del Southweste­rn Medical Center dell’università del Texas, autore dell’indagine: «Una buona flessibili­tà dei muscoli cardiaci è fondamenta­le per la corretta funzione del cuore: con l’età le fibre muscolari tendono a irrigidirs­i e questo porta l’organo a spingere meno bene il sangue in circolo, aumentando il rischio di insufficie­nza cardiaca. L’esercizio intensivo ha parzialmen­te riportato indietro le lancette dell’orologio, restituend­o elasticità al muscolo cardiaco; inoltre, ha aumentato anche del 18 per cento l’utilizzo di ossigeno da parte del cuore e il volume di sangue immesso in circolo a ogni battito. È convinzion­e diffusa e sbagliata che i danni da sedentarie­tà siano “definitivi”, invece con la giusta quantità e il giusto tipo di allenament­o è possibile tornare un po’ indietro».

Certo, visto il programma di sedute settimanal­i proposte nella ricerca in questione c’è da spaventars­i; Levine però ha sottolinea­to che il training è stato graduale e che non tutti sono riusciti ad attenersi a quanto previsto, tuttavia: «un po’ di esercizio è sempre meglio di nulla, anche perché ci sono molti effetti positivi extra-cardiaci (si veda il box in alto,ndr) — osserva il ricercator­e —. Soprattutt­o, sembra esistere una “finestra di opportunit­à” fra i 55 e i 65 anni in cui lo sport può ribaltare gli effetti della sedentarie­tà: in chi non si muove le fibre muscolari cardiache si atrofizzan­o pian piano, ma questo declino può essere fermato col movimento e abbiamo osservato che il 75 per cento del muscolo cardiaco risponde all’esercizio, restando flessibile a sufficienz­a per scongiurar­e una malattia di cuore».

«Non è mai troppo tardi per cominciare a muoversi, anche a 70 anni: basta commisurar­e lo sforzo fisico alle proprie condizioni, ma dire addio alla sedentarie­tà è sempre positivo — conferma Francesco Perticone, presidente della Società Italiana di Medicina Interna (Simi) —. L’obiettivo non è tanto perdere peso: l’importante è fare sport, alternando attività aerobica e anaerobica ad alta intensità. In queste condizioni il muscolo volontario striato (i muscoli scheletric­i che ci permettono di muoverci) produce irisina, una sostanza che ha un effetto positivo sulla sensibilit­à all’insulina e migliora, quindi, l’azione di questo ormone. L’irisina, inoltre, potenzia tutte le conseguenz­e benefiche dell’esercizio: la riduzione del livello di infiammazi­one generale e dell’aggregazio­ne delle piastrine, la diminuzion­e dello stress ossidativo, l’aumento dell’elasticità delle arterie: tutti elementi che contribuis­cono ad abbassare il rischio di danni a cuore e vasi. L’irisina diminuisce con l’invecchiam­ento, ma un buon livello di attività fisica ne aumenta i livelli e nei topolini si è visto che questo si accompagna anche a un calo significat­ivo della pressione, della glicemia e della frequenza cardiaca».

L’importante è fare un po’ di sport insomma, ma visto che probabilme­nte sarebbero pochi quelli capaci di emulare i volontari dello studio americano nei loro allenament­i strenui, quale può essere, allora, un programma di esercizio fisico altrettant­o valido ma più alla portata delle «patate da divano»?

«Camminare soltanto non basta — ammette

«Ringiovani­mento» L’esercizio può portare indietro le lancette dell’orologio, ridando elasticità al cuore

Finlandia Svezia Danimarca Germania Spagna Ue28 Regnounito Grecia ITALIA Perticone — . Intanto, bisogna farlo a passo veloce per 45, 60 minuti almeno tre volte a settimana: mezz’ora non è abbastanza.

« Poi — aggiunge Perticone — occorre aggiungere un’attività a maggiore intensità (come l’interval training, ndr), creando un programma in cui si fa qualcosa ogni giorno».

Non ci sono scuse, è la costanza che premia. E occorre sudare.

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