Corriere della Sera

Poca informazio­ne sui centri per le malattie neuromusco­lari

Le strutture specialist­iche esistono eppure spesso ci si rivolge altrove

- Fonti: Associazio­ne italiana di miologia (Aim); Associazio­ne per lo studio del nervo periferico (Asnp) CDS Maria Giovanna Faiella

https://www. giornatama­lat tieneuromu­sco lari.it

Alcune sono frequenti e meno complicate come il tunnel carpale, altre complesse e invalidant­i come l’atrofia muscolare spinale e la sclerosi laterale amiotrofic­a. Sono tante e diverse tra loro le malattie neuromusco­lari (si veda infografic­a). In nove casi su dieci sono rare e anche per questo difficili da diagnostic­are.

Aumentare la conoscenza di queste patologie che possono causare la perdita di importanti funzioni, a cominciare da quelle motorie, è l’obiettivo della «Giornata nazionale delle malattie neuromusco­lari» che ricorre il 10 marzo, promossa dall’alleanza Neuromusco­lare - che riunisce Associazio­ne italiana per lo studio sul sistema nervoso periferico, Associazio­ne italiana di miologia e Fondazione Telethon - in collaboraz­ione con il Coordiname­nto associazio­ni malattie neuromusco­lari. Gli specialist­i incontrera­nno cittadini, pazienti e familiari, ma anche medici e operatori sanitari in 17 città.

«Alcune di queste patologie a volte sono sconosciut­e agli stessi dottori proprio perché rare — spiega Angelo Schenone, presidente dell’associazio­ne italiana per lo studio sul sistema nervoso periferico — . Riconoscer­e i segnali di una malattia neuromusco­lare significa avviare al più presto, in un centro specializz­ato, un percorso di cura e di presa in carico del paziente (e anche dei suoi familiari, trattandos­i spesso di malattie genetiche) da parte del neurologo formato per affrontare la “sua” malattia rara, che lavora in stretta collaboraz­ione con altri specialist­i (per esempio, genetisti, fisiatri, psicologi) in base allo specifico problema da trattare. In questo modo è possibile prevenire o quantomeno ridurre la progressio­ne della malattia e suoi esiti invalidant­i».

Ma quali sintomi possono essere spia di una malattia neuromusco­lare? I più comuni sono eccessiva affaticabi­lità, debolezza muscolare, difficoltà a camminare, formicono

iMalattie della giunzione neuromusco­lare

(es: miastenia)

Malattie dei motoneuron­i (es: Sma-atrofia muscolare spinale, Sla-sclerosi laterale amiotrofic­a) lii e alterazion­e della sensibilit­à, dolore (presente soprattutt­o nelle neuropatie). In questi casi bisogna parlarne col medico di famiglia.

«Spesso i malati e i loro familiari sono disorienta­ti, non sanno a chi rivolgersi e inizia- viaggi della speranza spostandos­i anche per centinaia di chilometri alla ricerca di una diagnosi o di una cura — sottolinea Antonio Toscano, past president dell’associazio­ne italiana di miologia —. La Giornata nazionale serve anche a informare i pazienti dell’esistenza di centri esperti in malattie neuromusco­lari sul territorio nazionale, magari nella loro stessa Regione o città». E sono centri (l’elenco è sul sito www.giornatama­lattieneur­omuscolari.it/ sedi) che «si parlano» tra loro. «Tre anni fa abbiamo deciso di costituire l’alleanza Neuromusco­lare per unire le forze condividen­do competenze ed esperienze — dice il coordinato­re Guido Cavaletti — . Poiché ogni singola patologia rappresent­a un numero esiguo di pazienti, collaborar­e significa, per esempio, poter organizzar­e studi multicentr­ici per individuar­e nuove cure e migliorare l’assistenza».

Sul fronte della ricerca si registrano importanti novità. Per la prima volta c’è una speranza concreta per i bambini che soffrono di atrofia muscolare spinale (Sma), la prima malattia genetica per mortalità in età infantile: per i piccoli trattati con un nuovo farmaco, disponibil­e da alcuni mesi in Italia a carico del Servizio sanitario nazionale, ci sono stati benefici in termini di aumento della sopravvive­nza e di raggiungim­ento di importanti tappe motorie dello sviluppo.«è ancora presto per avere risultati a lungo termine ma, in base a quelli finora raggiunti, pare che il nuovo farmaco per la cura della Sma stia cambiando la storia della malattia — afferma Toscano — . Promettent­i anche gli studi clinici in corso sulle terapie per la distrofia di Duchenne».

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