L’effetto polarizzante della campagna elettorale sul pubblico della tv
Che effetto ha avuto la campagna elettorale conclusasi con le Elezioni Politiche di oggi sui palinsesti (e i consumi) televisivi? Si potrebbe parlare di un «effetto polarizzante», e non tanto fra sostenitori di questo o quel partito, quanto soprattutto fra chi ha mostrato interesse per i dibattiti e l’agenda politica, da un lato, e chi al contrario ha evitato quelle stesse discussioni (segnale, quest’ultimo, da leggersi in relazione al tasso d’astensione?).
Sul primo fronte — quello degli «appassionati» alla tele-politica — annoveriamo in particolare gli spettatori dei talk. Nella sola ultima settimana di campagna, il genere ha visto accrescere l’attenzione: venerdì sera erano in onda, in prime time, Porta a porta speciale su Rai1 (3.198.000 spettatori medi, 13,6% di share), Otto e mezzo (1.524.000 spettatori, 5,8% di share) e Bersaglio mobile su La7 (909.000 spettatori, 3,7%). Essendo mancata una vera e propria sfida diretta tra i leader, e dunque un «evento mediale», gli spettatori «appassionati» di politica hanno premiato le trasmissioni con le personalità più rilevanti.
A seguire Porta a Porta in prima serata, con ospiti Renzi, Di Maio e Berlusconi, un pubblico prevalentemente adulto/anziano (20% di share sugli ultra 65enni) con buoni livelli di istruzione (15% di share fra i laureati). Sembra invece del tutto superata la formula della Conferenze stampa, che ha affossato gli ascolti di Rai2 (1,7% di share). Questa campagna sarà ricordata per l’assenza di una sfida diretta, genere in grado di catalizzare grandi ascolti. Al suo posto, sul fronte degli «allergici» o degli «indifferenti» alla tele-politica, una programmazione che sembra portare lontano dai problemi del presente, premiata da enormi ascolti: i racconti di Camilleri, l’idilliaca Italia di Don Matteo, l’esotismo trash dell’ Isola dei famosi, le beghe familiari di C’è posta per te… (a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel