L’ex massone Vitiello: io mi siederò al Misto
«Se il movimento dovesse mantenere un profilo di chiusura non mi andrei a sedere con i partiti tradizionali ma…». A questo punto della conversazione telefonica Catello Vitiello si ferma un attimo. L’avvocato, candidato con i Cinque Stelle nel collegio di Castellammare di Stabia, ma poi espulso perché esponente della Loggia massonica La Sfinge, non intende cedere al diktat di Luigi Di Maio.ovvero, fa sapere che se eletto «non mi andrei a sedere con i partiti tradizionali».
E con la Lega di Matteo Salvini?
«Non sia mai. Sono napoletano, non lo potrei fare per ragioni di territorialità. Da troppo poco tempo il Carroccio ha tolto la parola nord dal simbolo».
A quale gruppo aderirà?
«Intanto mi iscriverei al misto. Poi si vedrà…»
Se il centrodestra le chiedesse un sostegno in
Parlamento?
«Non avrei dubbi, direi di no. Potrei sostenere soltanto un governo innovativo come quello dei Cinque Stelle».
Ma il movimento non la desidera.
«Sono convinto che questi ragazzi possano fare il bene dell’italia. E hanno dimostrato che la loro credibilità non si può discutere».
Da quanto non sente i vertici del movimento?
«Non li sento da parecchio».
E Di Maio?
«Non l’ho mai sentito. Però mi faccia dire una cosa».
Prego.
«Sulla massoneria i vertici del movimento commettono un errore. La massoneria non è quello che dicono loro. Fanno di tutta l'erba un fascio. Ma la massoneria è stata protagonista della storia della Repubblica. Mameli, che ha scritto l’inno d’italia, era un massone. All’interno della massoneria ho conosciuto persone straordinarie con valori differenti riscontrate altrove».
È ancora iscritto alla massoneria?
«Ero già “assonnato”, ovvero dimesso quando mi sono iscritto alla piattaforma Rousseau. Oltretutto quest’ultimo è il padre nobile della massoneria. Per quale motivo allora mi hanno espulso».