Urbani: eredi di Silvio? In giro non ne vedo Il Rosatellum ha fallito il suo obiettivo
ROMA Un risultato sotto le aspettative, almeno le sue. Un risultato che consiglia cautela, silenzio e la massima prudenza. Perché i primi dati degli exit poll «spesso non sono significativi» e la situazione è delicatissima. Ma Silvio Berlusconi è preoccupato. Per quello che sembra essere un boom del M5S, e per il testa a testa all’interno della coalizione di centrodestra tra la Lega e Forza Italia. Anche se una cosa è certa: il suo partito «resta centrale» ed essenziale in ogni schema possibile, ma non immaginabile allo stato.
«Dobbiamo aspettare i voti veri», predica il leader azzurro a botta calda, immediatamente dopo le prime rivelazioni. Ma intanto da Arcore si confronta con i fedelissimi su uno scenario che a prima vista appare un cubo di Rubik, di faticosissima soluzione. Troppo presto anche solo per ragionare di possibili larghe intese, drasticamente escluse alla vigilia e anche ora viste con diffidenza perché «bisogna stare attenti, se passa come un inciucio un’operazione del genere farebbe crescere ancora di più il M5S». Difficile anche ipotizzare l’allargamento della coalizione del centrodestra, che sembra lontano dalla maggioranza assoluta, a gruppi sparsi: troppe variabili sono in campo. Così c’è la sensazione di non aver colto quella che poteva essere un’occasione enorme per riprendere le redini del Paese. Non che senta di avere qualcosa da rimproverarsi comunque, ● Giuliano Urbani, 80 anni, politologo, è stato tra i fondatori di Forza Italia. È stato due volte ministro, della Funzione pubblica e dei Beni culturali
iuliano Urbani, politologo, tessera n.3 di Forza Italia, già vicepresidente della bicamerale presieduta da D’alema. Il Rosatellum ha raggiunto il suo scopo?
«Se era quello di aggregare, mi pare proprio di no. Abbiamo tre Italie diverse che emergono dalle urne e nessuna sembra avere i numeri per essere autosufficiente al governo. Difficile fare peggio di così».
Il centrodestra tiene. Ma che ne è della rivoluzione liberale?
«Non è rimasto nulla. Del resto in questo Paese si fa fatica a perseguire interessi individuali non perdendo di vista quello collettivo».
E Berlusconi come lo vede?
«Mi pare debba fare i conti dentro la propria coalizione, non è nella condizione di imporsi. Tramonta, mi pare, anche la candidatura di Antonio Tajani a premier».
Che accade se Salvini prevale su Berlusconi ?
«Una gran quantità di problemi con l’europa e con il Sud. Restando però nel centrodestra, se Salvini prevale è chiaro che lo scettro nella coalizione va a lui. Ma anche se non prevalesse, i rapporti all’interno dell’alleanza sono destinati a restare in forte fibrillazione».
Lei non pensa che Salvini sia più moderato di quello che abbia voluto apparire?
«Abbaiare porta voti ma mordere non consente di governare. Tutti si mettono la cravatta quando vanno a Palazzo Chigi».
Il M5S è pronto per il governo?
«Grillo ha deciso di sì: ha capito che doveva tesaurizzare ora il consenso puntando a governare, o l’avrebbe perso».
Ma adesso i grillini dovranno aprire a qualche alleanza? Potrebbe essere con la Lega e Fratelli d’italia?
«Mi sento di escluderlo nel modo più assoluto. Lega e Fratelli d’italia non possono permetterselo».
Come vede la prova elettorale del Pd?
«Non pare sia la batosta che qualcuno si aspettava. Non credo che Renzi verrà azzerato».
Berlusconi ha eredi?
«Non ne vedo».