Salvini scommette sul sorpasso: il premier a chi ha un voto in più
Il leader del Carroccio in via Bellerio convinto di battere i cugini di FI Il primo commento: grazie, per noi della Lega è un risultato storico
All’inizio, è una doccia scozzese. Bollente ma anche gelata. Il superamento di Forza Italia, secondo i sondaggisti, resta incerto. E i numeri per un governo di centrodestra sembrano lontani. Poi, però, arriva il primo post di Matteo Salvini: «La mia prima parola: grazie!». Qualcuno deve anche averci parlato. E il messaggio passa come un vento e dissolve tutti i dubbi: «Per la Lega è un risultato storico».
Alle 23, nella sala stampa di via Bellerio traboccante di giornalisti, molti dei quali stranieri, la tensione si scioglie. E i leghisti che hanno corso come dei matti per la campagna elettorale tirano il fiato. Tra l’altro, a migliorare l’umore, i sondaggisti attribuiscono al candidato presidente lombardo una vittoria netta, con 7 punti di vantaggio sul sindaco di Bergamo Giorgio Gori candidato dal centrosinistra.
Matteo Salvini con i suoi parla di futuro: «Non siamo mai stati così in alto. Non abbiamo mai raggiunto un risultato di questo livello». D’accordo i fedelissimi: «È ormai chiaro a tutti che siamo il futuro. Che domani il centrodestra saremo noi». E pazienza se i numeri di alcuni primissimi poll non danno tutta la soddisfazione che qualcuno si attendeva.
I leghisti ci credevano, ormai da parecchie settimane. La scommessa con Silvio Berlusconi, «chi prende un voto di più esprime il premier» all’inizio aveva disorientato: molti dirigenti la consideravano utile a tener alta l’attenzione, una buona carta comunicativa, ma senza poi cullarsi troppo nell’illusione.
Eppure, il leader era stato ogni giorno più convinto. La campagna elettorale a rotta di collo aveva convinto Salvini — che quasi non ha mai smesso di turbinare per l’italia sin dalle Amministrative dell’anno scorso — che i tempi erano maturi. Grazie alla buona accoglienza ricevuta in molti territori fino a ieri mai tentati. E poi confortavano anche le notizie del dilagare al Sud — tradizionale bacino degli azzurri — del Movimento 5 Stelle. E ancora: a far ben sperare il leader e a contagiare i più dubbiosi, anche il fatto che Emilia, Toscana, Umbria e Abruzzi restituivano buone sensazioni: «Dato che Forza Italia da quelle Regioni sembra essersi ritirata — dicevano i salviniani — c’è un buono spazio per noi». Insomma, il possibile combinato dei tradizionali voti al Nord senza che i berlusconiani recuperassero troppo al Sud suggerivano che la sfida fosse possibile. Anche dal punto di vista politico, i leghisti sentivano di aver fatto tutto il possibile: «Abbiamo dettato l’agenda politica, non abbiamo lasciato cadere una sola palla, siamo il primo partito per la comunicazione social e quello che ha fatto più appuntamenti di piazza».
E così, le incognite sulla possibilità di andare davvero al governo restano sullo sfondo. Salvini ha già detto più volte che senza una maggioranza si deve tornare al voto. Ma i suoi restano convinti che i numeri in Parlamento li premieranno. E anzi, che da Forza Italia — nonostante la blindatura delle liste — possano presto arrivare alcuni apporti. Per dirla con un onorevole che si prepara al ritorno a Roma: «Quelli che scelgono il futuro, sceglieranno la Lega».
Nel pomeriggio, Salvini non aveva voluto sbilanciarsi troppo. Arrivando al seggio, nella scuola milanese Gulli di via Marinetti, sembrava comunque di buon umore, pur rimproverando i fotografi per il troppo disturbo: «Sono scaramantico, la situazione è buona ma aspetto i voti veri, non quelli finti». I sondaggi clandestinamente diffusi, infatti, già parlano del superamento di Forza Italia da parte della Lega: «Exit poll e sondaggi non ci prendono mai, aspettiamo i voti veri».
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