Corriere della Sera

Dentro, fuori o ripescati Le sfide all’uninominal­e

I seggi assegnati con il sistema maggiorita­rio sono 348 Qui per essere eletti basta avere un voto in più degli avversari

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Sono 348 (232 per la Camera e 116 per il Senato) i seggi assegnati con le sfide dirette nei collegi uninominal­i, in cui per vincere bastava anche un solo voto in più degli avversari. I primi assegnati nella notte dello spoglio elettorale, resa più lunga e laboriosa dalla complessit­à del sistema elettorale. Mentre alcuni leader (come Matteo Salvini e Raffaele Fitto) hanno deciso di candidarsi solo nei collegi plurinomin­ali, in molti altri casi big dei partiti e nomi noti si sono contesi la maggioranz­a dei voti. A cominciare dal premier uscente Paolo Gentiloni, che nel suo collegio di residenza nella Capitale (Roma 1), ha sfidato l’imprendito­re Angiolino Cirullo del Movimento 5 Stelle, presentato­si come un investitor­e tradito dal fallimento della Banca Etruria. In gara c’erano anche Filippo Miraglia di Leu, vicepresid­ente nazionale di Arci, e il candidato centrista Luciano Ciocchetti. Il segretario del Partito democratic­o Matteo Renzi, invece, era candidato al Senato nel collegio Firenze Centro, in lizza contro il professore «no euro» Alberto Bagnai (indipenden­te della Lega), mentre il leader dei Cinque Stelle Luigi Di Maio, correva nel collegio di Pomigliano-acerra, sfidando il critico d’arte Vittorio Sgarbi per il centrodest­ra, Antonio Falcone, sindaco di San Vitaliano per il Pd, e l’ex segretario dem a Casal di Principe Carlo Corvino, ora con Leu.

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