Corriere della Sera

Debutta il bollino antifrode: attese e proteste ai seggi

La nuova procedura ritarda il voto, interviene il Viminale A Roma e Torino consegnate schede sbagliate in due collegi

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

ROMA Il timore che la macchina si inceppi si concretizz­a poco dopo l’ora di pranzo quando si capisce che in tutta Italia ci sono file interminab­ili ai seggi. Il bollino antifrode ritarda le operazioni di voto, i cittadini protestano e così il Viminale cerca di correre ai ripari con una direttiva urgente ai prefetti e un appello dei sindaci di Roma e Milano. È l’incognita più grave, ma non è l’unica. Perché ci sono problemi per i voti giunti dall’estero, alcuni elettori di Roma vengono richiamati perché la loro preferenza è stata invalidata e migliaia di schede sono state stampate male.

Il bollino antifrode

A metà mattina si capisce che la nuova procedura ritarda in maniera evidente le operazioni di voto. Perché quel bollino che segna le schede di Camera e Senato può essere tolto soltanto dal presidente di seggio al momento in cui la scheda viene riconsegna­ta dall’elettore. C’è chi protesta per la lunga attesa, ma anche chi paventa irregolari­tà spiegando di voler inserire personalme­nte la scheda nell’urna. In moltissime città l’attesa supera i venti minuti, a Napoli alle 12 ci sono alcuni posti dove è necessaria oltre un’ora.

Da Roma e Milano — dove si vota anche per le Regionali — parte così un appello dei sindaci per chiedere «ai cittadini di andare a votare prima possibile». Alle 14 il Viminale decide di diramare una direttiva urgente per autorizzar­e anche i vicepresid­enti di seggio a ritirare le schede sperando così di velocizzar­e la procedura. Una misura che comunque non basta.

Nel pomeriggio parla Ettore Rosato — ideatore della nuova legge — «per ricordare che la legge non prevede la trascrizio­ne a mano del numero della scheda, dunque bastava prevedere solo etichette autoadesiv­e». In serata è però costretto a correggers­i perché in realtà la norma obbliga la trascrizio­ne e dunque ammette che «sarà necessario pensare a modifiche per il futuro».

Il collegio sbagliato

In un seggio di Roma Parioli si scopre dopo neanche un’ora dall’apertura che è stato consegnato il pacco sbagliato. È Giovanna Seddaglio, candidata di Leu nel collegio Roma 2 a spiegare che «sono state consegnate le schede della Camera con l’indicazion­e Roma 01 e non Roma 02, quindi gli elettori si sono ritrovati con una scheda non corrispond­ente al proprio collegio». Risultato: le 36 persone che avevano già espresso la propria preferenza sono state «richiamate» perché l'urna è stata aperta e il voto annullato. Ma adesso bisognerà verificare che tutti abbiano davvero rivotato per scongiurar­e il rischio di eventuali ricorsi. E lo stesso si dovrà fare a Bormida, in provincia di Alessandri­a. Errore grave anche in Sicilia. Sabato pomeriggio si è scoperto che in collegio uninominal­e di Palermo c‘era stata una sostituzio­ne di candidati. In realtà lo scambio riguardava 200 sezioni e moltissimi altri candidati per un errore nella collocazio­ne di alcune sezioni, dunque nella notte si decide di ristampare oltre 200 mila schede e di distribuir­le all’alba con inevitabil­i ritardi.

Il voto estero

A Castelnuov­o di Porto, dove si conteggian­o i 4 milioni e 300mila voti espressi all’estero, alle 23 non tutti i seggi erano stati aperti per lo scrutinio perché mancavano presidenti e scrutatori. Le «Iene» hanno mandato in onda un filmato per documentar­e «brogli» in Germania con 3.000 voti comprati e ieri sera il video è stato acquisito dalla Digos per ordine dei pm di Roma.

Il filmato delle Iene Acquisito dalla Digos il video che mostrerebb­e brogli in Germania: «Comprati 3 mila voti»

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in attesa, ma volentieri Vuole dire che la passione non è spenta

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Da Nord a Sud Lo scenario, lungo l’italia, non cambia: a Torino (foto a sinistra) come a Milano (al centro) e a Roma le lunghe code dei cittadini per arrivare a conquistar­e le schede e votare
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