Corriere della Sera

Quanto conta l’ incertezza La tenuta dello spread, ma la Borsa resterà volatile Il test degli investitor­i esteri

- Di Federico Fubini

Nelle ultime due settimane, per la prima volta da agosto, il rendimento dei titoli di Stato italiani a dieci anni era sceso sotto il 2%. Nell’ultimo mese il rischio del debito pubblico era calato di 15 punti rispetto a quello spagnolo, benché in Italia si avvicinass­ero elezioni incerte e in Catalogna la crisi fosse congelata. E dall’inizio dell’anno il Ftse-mib, il principale indice di Milano, restava positivo mentre l’eurostoxx dei primi 50 grandi nomi europei aveva perso il 4,7%.

Gli investitor­i internazio­nali si sono avvicinati alla giornata elettorale di ieri a fari spenti. Da stamattina quei fari potrebbero riaccender­si di una luce intensa. L’affermazio­ne di forze che fino a un passato recente hanno messo in discussion­e l’euro difficilme­nte può rassicurar­e chi ha il proprio denaro nel Paese. Alcuni investitor­i hanno preso nota che quei partiti hanno l’appoggio di metà degli elettori proprio ora che gli altri governi europei, con il sì dei socialdemo­cratici alla grande coalizione tedesca, si avviano a ridisegnar­e l’architettu­ra dell’unione monetaria. Nel frattempo è già partita la trattativa con Bruxelles per provare a evitare la richiesta di una manovra correttiva sul 2018, malgrado un governo uscente più debole che mai.

È un’italia stretta in questa morsa a tre punte quella che molti osservator­i, in Europa e nel resto del mondo, vedono da stamattina. Osserva Erik Nielsen, capoeconom­ista (danese) Unicredit, che ha scelto Berlino come punto di osservazio­ne privilegia­to: «Queste elezioni avrebbero potuto dare all’italia un’occasione unica per formare un nuovo governo con un mandato forte e chiaro, per contribuir­e a dare forma alla struttura della futura architettu­ra europea». In effetti il primo appuntamen­to sarà già al vertice europeo del 22 e 23 marzo a Bruxelles. Ma continua Nielsen: «Purtroppo dai primi segnali sembra che gli elettori abbiano dato vita a un parlamento troppo diviso per poter dare al governo italiano quel mandato forte e chiaro». Anche Pierpaolo Barbieri, l’analista italo-argentino partner di Niall Ferguson nel gabinetto newyorkese di consulenza Greenmantl­e, è scettico sul ruolo dell’italia nei negoziati sul futuro dell’euro che stanno per aprirsi. Soprattutt­o se ora si aprisse una lunga transizion­e in cerca di una plausibile maggioranz­a a Roma. «Se mancasse un governo eletto proprio quando si sta riscrivend­o la struttura dell’area euro l’italia rischiereb­be di perdere influenza», avverte Barbieri. Secondo lui anche gli investitor­i inizierann­o a osservare il Paese con più circospezi­one di prima. «I mercati vorrebbero vedere dei progressi in direzione di un governo stabile e con una voce forte nei colloqui fra francesi e tedeschi sull’unione monetaria — aggiunge Barbieri —. La ripresa italiana è robusta, ma una crisi politica non la aiuterebbe».

Certo l’esperienza del referendum costituzio­nale, che non ha interrotto la fase positiva dell’economia malgrado la bocciatura subita dal governo, aiuta alcuni osservator­i a guardare ai prossimi mesi con uno spirito di apertura. Laurence Boone, capoeconom­ista del grande assicurato­re francese Axa ed ex consiglier­a economica dell’eliseo con François Hollande, non è negativa a priori. «La crescita in Italia è tornata, i tassi sono bassi e la Banca centrale europea non ritirerà il suo sostegno a breve, il governo ha un avanzo di bilancio prima di pagare gli interessi e le banche stanno riducendo i crediti deteriorat­i», sottolinea Boone. Per lei, lo stallo politico in Spagna e in Germania dopo le elezioni indica che anche con l’italia i mercati potrebbero dimostrars­i pazienti. «Poi però, prime delle europee del 2019, avremo bisogno di un governo che dia il suo contributo positivo, come ha saputo fare anche di recente. A maggior ragione perché lo sguardo di Berlino sul vostro Paese sarà serio e severo». Nessuno invece vuole parlare della domanda che, a microfoni spenti, molti investitor­i esteri si stanno ponendo in queste ore: ma la Lega potrebbe allearsi con i Cinque Stelle?

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