Corriere della Sera

Il dolore di genitori e fratelli La fidanzata: voglio vederlo Buffon: «Un uomo perbene»

Dal Real Madrid a Totti, messaggi da tutto il mondo del calcio

- Di Carlos Passerini DAL NOSTRO INVIATO

SAN PELLEGRINO TERME Sui due lati della Statale che sale a Foppolo c’è ancora un po’ di neve, poca poca, ai piedi della palazzina gialla degli Astori vicino al rondò giù al principio del paese c’è papà Renato con la pala in mano che leva via gli ultimi mucchi. Passa l’assessore, oilà come andiamo, oggi si vota, la partita, come sta Davide, me lo saluti, a presto. «Le solite cose, due chiacchier­e». Sono le nove, nove e mezza. «Poi torno a casa, entro e mia figlia mi dice: hai visto che è successo? Ma come, ma se ci ho parlato un’ora fa con l’astori?». È lì che il sole sparisce, nel cielo sopra San Pellegrino Terme.

Dieci minuti e tutti sanno, Davide non c’è più, se n’è andato, un infarto in albergo, il resto è la cronaca di un dramma immenso, la corsa sotto choc verso Udine, tutti insieme, in auto, papà, mamma Anna, i due fratelli Marco e Bruno. La Franci invece è a Firenze, anche lei vuole partire. Resta a casa, le dicono, no voglio vederlo, risponde a tutti. A Udine arriva che è buio. La Franci è Francesca Fioretti, la compagna, ex modella, un passato in tv fra Grande Fratello e Pechino Express, capelli scuri e lisci, una bellezza dolce. Si sono conosciuti nel 2013 a una festa quando Davide giocava a Cagliari e Allegri lo chiamava «il Tedesco». Forse allora ancora s’immaginava una carriera alla Gigi Riva, una vita sull’isola, in quella Sardegna «che ti entra dentro» come raccontava in un’intervista del 2011, forse era per quello che a Cagliari ci aveva aperto anche una gelateria, zona Marina, pieno centro, davanti al mare, lui che era un bergamasco di montagna. Le cose poi sono andate diversamen­te: prima la Roma, poi la Fiorentina, la fascia da capitano.

Oggi avrebbe rinnovato il contratto, ha spiegato Andrea Della Valle, patron viola: «Era un vero capitano, un ragazzo speciale, ora abbiamo il dovere di stringerci attorno alla sua famiglia». Davide e la Franci hanno una bambina di due anni, si chiama Vittoria. «La tua principess­a» ha scritto il suo ex compagno Bernardesc­hi: «Col cuore straziato ti dico grazie, amico mio».

Era un ragazzo mite ma solare, «non un calciatore» dice chi lo ha conosciuto, e che forse quella non fosse la solita frase lo dimostra la valanga di messaggi che ieri ha invaso i social e i campi di calcio e che oggi ci aiuta a conoscere un po’ meglio un ragazzo che forse era davvero diverso, e non solo perché fosse sostenitor­e dell’associazio­ne Save the Children. «Mi mancherai, tu e quel sorriso che non finiva mai» ha scritto Bonucci raccontand­o un dolore vero, collettivo, senza confini.

Real Madrid, Manchester City, Barcellona, Chelsea, tutta la A. Allenatori, giocatori, compagni, avversari. Montella: «La sua pulizia morale mi resterà dentro». Ventura: «Sono stravolto, un ragazzo d’oro». Totti: «Sono scioccato, incredulo, senza parole». Allegri: «Allenarlo è stato un privilegio, mancherà a tutti».

La compagna Lascia Francesca Fioretti, conosciuta ai tempi del Cagliari e la loro bimba di 2 anni

Borja Valero: «Surreale, non voglio crederci». C’è chi come, il suo ex compagno Sanchez, oggi all’espanyol, alla notizia è svenuto, o come Diego Lopez che giocò con lui al Cagliari e ha avuto un malore. Thereau: «Il paradiso ti aspetta, Capitano». Pirlo: «Buon viaggio, amico mio». Da brividi Tomovic: «Aspettami quando arriva la mia ora».

Busquets del Barcellona ieri ha detto: «Prima di essere calciatori, siamo persone». È che a volte ce lo dimentichi­amo.

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