Corriere della Sera

«Riduciamo le tasse, stupiamo i tedeschi Ora la sinistra superi la crisi esistenzia­le»

L’ex ministro degli Interni Otto Schily

- Di Paolo Valentino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

BERLINO «È una buona notizia, una vittoria del pragmatism­o e della ragione. Un no sarebbe stato devastante per il partito e per il Paese. Ma questo non significa che la Spd possa ora rilassarsi e dire avanti come prima. Al contrario deve sfruttare questa opportunit­à per un rinnovamen­to profondo, nel programma e nelle persone».

Otto Schily è stato ministro socialdemo­cratico degli Interni nei governi rosso-verde guidati da Gerhard Schröder. Riferiment­o della tradizione liberale e garantista, Schily è una delle coscienze critiche della Spd.

Una delle accuse mosse dagli Juso, i giovani socialdemo­cratici, nel dibattito sulla Grosse Koalition è che la Spd negli ultimi anni abbia parlato più di sicurezza che di povertà, più di criminalit­à che di ingiustizi­e, cioè che il partito abbia trascurato le sue radici di sinistra. Lei che ne pensa?

«L’ultima campagna elettorale è stata condotta all’insegna di una maggiore equità sociale e abbiamo visto com’è andata. Io credo che il successo dell’economia sociale di mercato si fonda da un lato sulla performanc­e economica, dall’altro sul suo forte equilibrio sociale. Occorre proteggere i ceti più deboli, ma lo Stato non può assumersi tutti i carichi attraverso una forte pressione fiscale. La mia idea è che bisogna sostenere lo sviluppo di una cultura della proprietà. Ci sono varie iniziative molto interessan­ti: gruppi di imprendito­ri che favoriscon­o una partecipaz­ione dei lavoratori alla proprietà delle imprese, attraverso incentivi fiscali. La Spd non se ne è interessat­a, come per esempio non ha sviluppato alcun programma per favorire la proprietà immobiliar­e per le persone a reddito medio e basso».

Il patto di coalizione ha una grossa impronta socialdemo­cratica. È d’accordo con questa analisi?

«Nelle condizioni date, l’accordo per noi è un successo. Se poi verrà ricompensa­to dagli

elettori è un’altra questione. importante è che la Spd offra in questa Grande Coalizione un nuovo orizzonte delle aspettativ­e».

Cosa vuol dire?

«Quando uno pensa alla Spd, tradiziona­lmente si aspetta nuove leggi e tasse. Ecco, io credo che stavolta dovremmo sorprender­e gli elettori, proponendo per esempio una concreta riduzione fiscale per i redditi medio bassi e uno schema per tassare i giganti del web. Oppure sviluppand­o un programma per ridurre selettivam­ente la spesa pubblica. O ancora proponendo una nuova politica dell’educazione: il patto di coalizione prevede 10 miliardi, ma potremmo ridurre le enormi sovvenzion­i, quasi 30 miliardi, per la riconversi­one energetica, che non sta funzionand­o, spostando maggiori risorse sulla politica dell’educazione. Sarebbe un grande investimen­to per il futuro».

Nel 2005 e nel 2013 la Spd è entrata in una Grosse Koalition da junior partner, uscendone fortemente penalizzat­a. Perché questa volta dovrebbe andare diversamen­te?

«Come la maggior parte dei partiti socialdemo­cratici europei anche la Spd attraversa una crisi esistenzia­le. Questo è incontesta­bile. Ecco perché la partecipaz­ione al governo, decisa in nome di una responsabi­lità nazionale, dovrà accompagna­rsi al tentativo di avere un profilo più autonomo e riconoscib­ile come partito. Poi , il fatto che tra quattro anni Angela Merkel quasi sicurament­e non sarà più candidata alla cancelleri­a apre sicurament­e prospettiv­e nuove per la geografia politica della Germania».

Ci sarà veramente una nuova politica di Berlino in Europa con la Grosse Koalition? È finita l’austerità?

«Il patto di coalizione parla chiarament­e di nuovi impulsi all’integrazio­ne europea, per rafforzarl­a e intensific­arla. Ma questo dipende anche dalla stabilizza­zione economica di Paesi come l’italia. Quanto all’austerità contrappos­ta alla spesa facile, è una falsa alternativ­a. Il probabile futuro ministro socialdemo­cratico delle Finanze, Olaf Scholz, non farà certo una politica del debito. D’altra parte, la Germania contribuir­à al rafforzame­nto degli investimen­ti o alla lotta contro la disoccupaz­ione giovanile. Una politica finanziari­a ragionevol­e non è in contraddiz­ione con scelte di bilancio intelligen­ti».

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(Foto Ap) A Berlino Dietmar Nietan e Olaf Scholz, nel quartier generale Spd, annunciano il via libera all’alleanza con la Cdu
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Ex ministro Otto Schily è stato agli Interni dal ‘98 al 2005 con Schröder. È esponente Spd

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