Corriere della Sera

Corruzione, la Nigeria contro Eni e Shell

- Di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Il governo della Nigeria contro l’eni e la Shell in Tribunale a Milano: a sorpresa lo Stato africano ha infatti incaricato un avvocato del foro di Napoli, Hilarry Sedu, di costituirs­i parte civile nei confronti degli imputati del processo (oggi subito destinato a essere smistato dalla troppo oberata X sezione alla VII presieduta da Marco Tremolata) per l’ipotesi di «corruzione internazio­nale» di ex ministri e burocrati nigeriani, addebitata dai pm De Pasquale e Spadaro all’eni (oltre che alla Shell), al suo amministra­tore delegato Claudio Descalzi, al predecesso­re Paolo Scaroni e a un’altra dozzina di persone: accusa che verte sul versamento di 1,3 miliardi di dollari nel 2011 da Eni e Shell su un conto ufficiale del governo della Nigeria come prezzo per la concession­e energetica «Opl-245» in pancia alla società nigeriana Malabu (prestanome dell’ex ministro nigeriano del Petrolio, Dan Etete).

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Nella ricostruzi­one della Procura, infatti, i soldi del prezzo sono considerat­i una integrale tangente perché la scelta di questo finale schema dell’affare — in cui Eni e Shell pagarono su un conto ufficiale del governo nigeriano — sarebbe stata non vera trasparenz­a ma solo escamotage per ammantare di legalità il primo abbandonat­o schema: nel quale Shell ed Eni avevano utilizzato intermedia­ri come l’azero Agaev e il nigeriano Obi, quest’ultimo suggerito a Scaroni (e da questi a Descalzi) dal mediatore Luigi Bisignani, a sua volta in affari col socio Gianluca Di Nardo. L’eni, al contrario, si è sempre difeso rimarcando di aver trattato solo con lo Stato nigeriano e pagato nel modo indicato appunto dal governo: ecco perché per Eni non è una notizia confortant­e che ora la Nigeria intenda costituirs­i parte civile. E per questo incarichi un avvocato 32enne nato in Nigeria ma da bambino in Italia con la madre a Castelvolt­urno, poi promettent­e calciatore fino alla serie C2 nonostante cinque interventi al ginocchio, quindi laureatosi in Legge nel 2013, divenuto avvocato e di recente eletto nel «Comitato pari opportunit­à» del Consiglio dell’ordine di Napoli.

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