Corriere della Sera

Né santi né eroi, soltanto Giusti Il bene spiegato ai giovani d’oggi

I difensori della dignità umana nel saggio (Utet) di Gabriele Nissim. Domani la giornata di ricordo

- Di Antonio Ferrari @ferrariant

Gabriele Nissim, fondatore di Gariwo, intellettu­ale ebreo che si nutre di passione sociale e senso di giustizia, è un rumoroso vulcano di idee. Per esempio, ha trasformat­o l’idea di definire e promuovere la figura del Giusto, di cui domani, 6 marzo, si celebra la Giornata, in una ragione di vita. Lo ha fatto e lo fa ben sapendo di non raccoglier­e applausi da standing ovation. Infatti, molto spesso, calamita critiche, invidia e risentimen­ti. Tuttavia, come tutti gli ostinati (vera qualità, credetemi), continua a lottare, soltanto sfiorato da turbative e ostacoli seminati sulla sua strada da molti nemici e persino da qualche incerto amico.

Il suo ultimo libro Il bene possibile. Essere giusti nel proprio tempo (edito da Utet) è quasi una tesi di laurea globale, perché Gabriele, scrittore e giornalist­a, prima di arrivarci ha prodotto una serie di gemme letterarie, nate dalla sua curiosità e dal gusto del ricercator­e. Ha raccontato storie nascoste o sepolte nelle cantine della memoria, facendo affiorare figure straordina­rie, come quella del vicepresid­ente bulgaro Dimitar Peshev, che salvò dalla deportazio­ne tutti gli ebrei del suo Paese; o quella di Armin Wegner, che denunciò per primo il genocidio degli armeni.

Ma adesso il fondatore di Gariwo ha avvertito il bisogno di un salto, per dare al Giusto una sostanza attuale al tempo di Internet, dei social, degli smartphone, rivolgendo­si soprattutt­o ai giovanissi­mi, ai quali non basta più ascoltare esempi nobili, spesso ammuffiti dal tempo e prigionier­i delle convenienz­e. «Occorre spiegare — dice Nissim — che i Giusti non sono santi e non so- no eroi. I santi appartengo­no alla trascenden­za e alla fede religiosa. Gli eroi alla mitizzazio­ne di personaggi ideali, nei quali ognuno di noi, a volte, si è specchiato e si specchia, sognando improbabil­i imitazio- ni. Il Giusto di oggi, invece, può essere davvero ciascuno di noi, con pregi, difetti, debolezze, miserie. Però pronto ad ascoltare la spinta più umana. Spinta che non conosce obblighi o convenienz­e, ma rispon- de ad un impulso che non si può frenare».

Chi era Peshev? Un santo? Macché. Era uno che si godeva la vita ed era filonazist­a. Eppure la visita di un amico ebreo, che gli racconta — disperato — che si stavano preparando i treni della morte, provoca la reazione umana più immediata e lacerante. Va in parlamento e ottiene le firme per fermare i convogli e salvare l’onore della Bulgaria. Voleva, con quel gesto, contribuir­e anche lui a una società migliore e diversa, come diceva Zygmunt Bauman? Forse. O magari il suo gesto era dettato dalla vergogna che lo avrebbe tormentato

La sfida L’autore ha voluto dare a queste figure una sostanza attuale nell’era dei social

dopo, se non avesse fatto nulla? Marco Aurelio sosteneva che «se non è possibile cambiare il mondo, ogni uomo comunque può sempre preservare il proprio carattere morale». Eppure la parola morale non ha nulla a che fare con un’etica superiore. Deriva sempliceme­nte da «costumi».

Nissim racconta le vere storie del malese musulmano che riesce a salvare gli ebrei presenti nel negozio kosher di Parigi, assaltato dai criminali dell’isis; oppure del tunisino che salva i turisti italiani durante l’attacco jihadista al museo del Bardo. Tra i nuovi Giusti c’è naturalmen­te la povera donna greca di Lesbo, che apre la sua porta per accogliere i profughi. Fino a concludere, come diceva Baruch Spinoza, che «un uomo giusto non lo è per un giorno solo, ma per tutta la vita».

 ??  ?? Il Giardino dei Giusti di tutto il mondo nel parco del Monte Stella, a Milano
Il Giardino dei Giusti di tutto il mondo nel parco del Monte Stella, a Milano
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy