«Noi leggendari Bonnie & Clyde traditi da quella busta sbagliata»
Faye Dunaway e Warren Beatty: i giovani ci conoscono per il pasticcio del 2017
Carriere
● Dunaway Nata a Bascom (Usa) il 14 gennaio 1941. Ha ottenuto il successo con il ruolo di Bonnie Parker in «Gangster Story» del 1967 (nella foto, con Warren Beatty). Oscar nel ‘77 per «Quinto potere» ● Beatty L’attore è nato a Richmond (Usa) il 30 marzo 1937. Ha avuto 4 nomination come attore senza mai aggiudicarsi il premio. Ha vinto per la regia di «Reds»
Warren Beatty e Faye Dunaway scherzano: «Abbiamo una onorevole carriera d’attori alle spalle, ma è davvero ameno e malignamente emblematico che le ultime generazioni ci conoscano e parlino di noi per il pasticcio, definiamolo così, della busta sbagliata della scorsa edizione degli Oscar».
A vincere la statuetta era stato Moonlight. Lo sbaglio fu annunciare, dopo l’apertura di un plico scambiato, che il miglior film era La La Land. L’intera campagna degli Oscar di quest’anno è infatti stata sintetizzata dall’ottimo presentatore Jimmy Kimmel, che a tutte le ore in televisione ha annunciato gli Oscar dicendo: «The correct envelope, please” (la busta giusta, per cortesia)».
«Fu uno sbaglio clamoroso — continuano Faye e Warren — ma c’erano stati nel passato anche altri incidenti: Frank Capra ha scritto nel suo libro di memorie che alla sesta edizione degli Oscar, il presentatore Will Rogers chiamò proprio lui, che si avviò verso il palco mentre i riflettori puntavano su Frank Lloyd, vincitore per la regia di Cavalcata».
Serio, Warren dichiara: «Mi sono ritrovato al centro di un autentico envelope-gate. Faye e il sottoscritto da allora siamo i Bonnie & Clyde della cerimonia più ambita dal mondo dello spettacolo e non i due protagonisti di Gangster Story di Arthur Penn, che ha un posto di rilievo nella classifica dei migliori cento film statunitensi. La verità è che l’oscar si nutre anche di leggende e riti metropolitani. Sono pochissime le persone che conoscono in anticipo il contenuto delle buste e solo l’academy ha il conteggio dei voti».
Pur scusandosi, l’academy non ha fatto troppi commenti sul clamoroso errore e, d’altro canto, non lo ha fatto neppure quando nel 1937 Alice Brady vinse l’oscar come migliore attrice non protagonista per il film In Old Chicago, ma a ritirarlo, in sua assenza, fu un uomo, che poi si scoprì essere un ladro.
L’academy ha rinnovato piena fiducia a Warren e Faye, ancora protagonisti sul palco un anno dopo. Affermano con ironia: «Non certo perché cerchiamo una redenzione o L’errore
Faye Dunaway (77 anni) e Warren Beatty (80) alla cerimonia degli Oscar dello scorso anno dreams of gold, i sogni d’oro che ruotano ogni anno intorno alle statuette».
Aggiunge l’ottantenne Warren: «Gli errori fanno parte della vita umana e… delle istituzioni. Nel caso specifico, a mio parere, lo sbaglio delle buste ha confermato il valore delle statuette anche nei cambiamenti del cinema e nei differenti modi di fruirlo. Quest’anno l’academy ha dovuto scegliere tra ottimi film, valenti registi, attori. La suspense resta intatta e posso ben dirlo io ricordando le emozioni delle quattro edizioni in cui mi ritrovai nominato come miglior attore, senza mai vincere il premio. Ripenso al mio dispiacere quando persi la statuetta per Il paradiso può attendere. La mancai come attore anche per Reds, ma la vinsi come regista per lo stesso film e per me ha sommo valore il premio alla memoria Irving G. Thalberg conquistato nel 2000... Quel riconoscimento è per me un trofeo perché non mi sono mai considerato solo un attore».
Faye Dunaway, 77 anni, condivide i ricordi di tanti notti da Oscar. Spiega: «Sono figlia di un militare dell’esercito e ho sempre avuto il senso del dovere davanti alla cinepresa o sul palcoscenico. Ho vinto la statuetta per Quinto Potere e la mia prima nomination era stata per Gangster Story. I miei tre Golden Globe e un Emmy rappresentano altrettante tappe di vita e lavoro, come film che prediligo anche se non mi hanno dato un Oscar. Penso a Il compromesso di Kazan o a Chinatown di Polanski».
Osserva ancora l’attrice: «L’età non mi pesa, è foriera di positive considerazioni. Ho avuto il meglio dalla grande Hollywood. Come donna sono d’accordo con le reazioni agli scandali sulle molestie e con il movimento #Metoo. Concordo con la rivista Time: due parole hanno svegliato il mondo. #Metoo è la “persona” dell’anno».