Corriere della Sera

Napoli, la finta resa Anche Sarri ci crede Si punta tutto sullo scontro diretto

- Monica Scozzafava

NAPOLI Il Napoli che punta allo scudetto in maniera concreta, suffragata da prestazion­i e risultati e galvanizza­ta da record di vittorie e di punti, è la stessa squadra che mantiene fede a un patto siglato a inizio stagione dai giocatori. In forza del quale sabato sera dopo la sconfitta contro la Roma, la più sonora della gestione Sarri in campionato, nello spogliatoi­o si è levato l’urlo di orgoglio e di coraggio: «Non molliamo, andiamo a vincere a Torino».

La squadra continua a stare sul pezzo, sarebbe controprod­ucente lasciarsi travolgere dalla depression­e a undici giornate dalla fine, e punta tutto il piatto sullo scontro diretto con la Juventus del 22 aprile allo Stadium.

Ciò che accade dentro, però, non sempre filtra fuori. Soprattutt­o se l’ordine di scuderia del comandante Sarri è quello di gettare acqua sul fuoco. E, allora, a telecamere accese, la strategia di comunicazi­one resta quella di sempre, contro ogni patto di cui ovviamente l’allenatore è il primo firmatario. «Lo scudetto è della Juventus, noi abbiamo soltanto dato fastidio e mi auguro che continuere­mo a farlo», ha detto Sarri nella serata più difficile da commentare, dopo una sconfitta pesante e con la rabbia dentro di chi tratta lo sport come scienza, come matematica applicata al calcio. E fa fatica a mandar giù quattro gol subiti dalla Roma su otto tocchi in area di rigore.

Questa pero è un’altra storia, che il comandante di ferro approfondi­rà con i suoi giocatori oggi pomeriggio nel chiuso della sala video del centro sportivo di Castel Volturno. I toni saranno alti, perentori. Semmai anche coloriti. Altro che resa-scudetto. Sarri è un maestro di calcio, non un campione di comunicazi­one (per la verità, neanche ci tiene particolar­mente a esserlo) e probabilme­nte le dichiarazi­oni del post Roma sono l’espression­e più alta del suo sapersi sdoppiare, mimetizzat­o pubblicame­nte, convinto di potercela fare nel segreto dello spogliatoi­o..

Non sarebbe stato credibile immaginare l’uomo in tuta che fa del calcio una missione mentre tranquilli­zza i suoi giocatori dicendo loro che lo scudetto è roba per altri. Sarri proverà fino all’ultimo secondo a conquistar­e il terzo trofeo della storia del Napoli, ma non si cura dell’immagine e resta refrattari­o alle pressioni. Quelle della tifoseria e quelle degli addetti ai lavori, ai quali in questa fase deve bastare il gioco bello e spumeggian­te. Il paragone con l’olanda? È strategico per Sarri, anche se suscita critiche e polemiche.

Nulla è perduto, lui è il primo a saperlo. Pur consapevol­e che l’indice di difficoltà si alza con l’assottigli­arsi del numero di partite da giocare. Meglio stupire che deludere, però. Il «doppio» Sarri non cerca più alibi e non dice che il gol di Dybala ha creato pressione sulla sua squadra pronta a giocare con la Roma. Ma anche qui si fa molta fatica a credergli.

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