Corriere della Sera

Nei test verità è vietato bluffare

Superlavor­o prima di Melbourne, Vettel e Hamilton costretti a scoprirsi

- Daniele Sparisci

Quattro giorni appena per spremere fino all’ultima vite, poi le monoposto saranno smontate, impacchett­ate e spedite a Melbourne. Mancano 17 giorni al primo Gp e i test al via domani a Barcellona assomiglia­no, ancora di più che in passato, a esami della verità. Perché nel primo round di collaudi al gelo si è girato a scartament­o ridotto e i dati raccolti non sono stati di grande aiuto. Anzi, il rischio di colossali cantonate è concreto. Nessuno ha spinto sul serio su una pista fredda e scivolosa. Così ora sia Mercedes sia Ferrari non potranno mascherars­i troppo: con temperatur­e miti e poco tempo a disposizio­ne per provare, dalle simulazion­i di gara e di qualifica emergerann­o valori vicini alla realtà.

Come arriva al confronto Sebastian Vettel? Il barometro del morale segna sereno, quello tecnico pure. Il tedesco ha espresso giudizi positivi sulla macchina spiegando che si attende un duello ravvicinat­o con Lewis Hamilton. La (cauta) fiducia del box rosso si basa principalm­ente su due fattori: l’aver macinato tanti chilometri senza noie, 298 giri (1.387 km), solo 8 in meno della Mercedes. La nuova power unit concepita sotto la gestione di Corrado Iotti ha risposto bene sull’affidabili­tà, adesso dovrà confermars­i anche sulla potenza. E ancora, la scelta di aver allungato il passo per essere più competitiv­i sui circuiti veloci. Non si tratta di un «copia e incolla» della Mercedes, la SF71H ha sì dimensioni importanti ma non raggiunge i volumi della W09. I tecnici della Ferrari ritengono che un’eccessiva crescita avrebbe comportato problemi di peso e quindi aerodinami­ci. La ricetta è stata seguita anche dalla Red Bull (sulla Otto Mondiali Sebastian Vettel, 30 anni, e Lewis Hamilton, 33: 4 Mondiali vinti a testa (Lapresse, Getty Images) RB14 è aumentata la distanza fra le ruote anteriori e quelle posteriori), che già prima aveva imitato soluzioni italiane. Consideran­do poi che le «pance strette» del Cavallino sono state prese a modello da mezzo paddock, la fantasia nel gruppo guidato dal Mattia Binotto non manca. Infine Daniil Kvyat, impegnato al simulatore, sta offrendo preziosi consigli sulla direzione dello sviluppo. Il russo conosce i segreti delle monoposto ibride avendole guidate fino a qualche mese fa, la sua esperienza è un’arma in più in una battaglia a tutto campo contro una delle squadre più forti della storia, sicura di fare l’en plein anche stavolta.

Sarà sfida a 300 all’ora e di nervi per il quinto titolo: l’anno scorso Lewis ha stravinto il confronto sul piano mentale, Seb sostiene di aver imparato la lezione. E spera che la lotta a due non diventi a tre, l’ombra di Max Verstappen è in agguato. Venerdì a motori spenti si conosceran­no i primi verdetti. Poi c’è solo l’australia, dove sulla griglia di partenza risuonerà il nuovo inno della F1 (in stile Champions) commission­ato da Liberty al musicista americano Brian Tyler che ha composto le colonne sonore di «Fast and Furious», «Thor» e «Iron Man». Che lo show cominci.

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