Corriere della Sera

Di Maio guarda ai dem, poi decide la frenata: la guida di Montecitor­io a chi accetta di trattare

- Di Emanuele Buzzi (Fotogramma)

muoversi, che ritiene di essere centrale nella nascita dell’esecutivo. E ora la strategia è quella di aspettare le mosse degli avversari, ribadendo la volontà dei Cinque Stelle di essere centrali nell’esecutivo che verrà. «Possono scegliere se provare a fare un passo per salvare il Paese o tornare alle urne prendendos­i le loro responsabi­lità» è il ragionamen­to dei vertici. «Nessuna preclusion­e, nemmeno ai forzisti di Silvio Berlusconi», insistono lasciando aperte tutte le strade.

Certo, per alcune tematiche e per alcune scelte anche in seno alla squadra di governo verrebbe più naturale pensare a un asse con Pd e Leu (allargato forse anche ai centristi), ma la mossa delle «dimissioni congelate» di Matteo Renzi ha lasciato qualche perplessit­à. A parlare e lanciare segnali è Alessandro Di Battista: «Renzi? Pur di non dimettersi realmente è disposto a frantumare quel che resta del Pd e cosa pensa il Pd?». Trovare convergenz­e con i dem derenzizza­ti sarebbe più semplice, tuttavia lo scenario «è in divenire». «Se la sbrighino loro, ma a vedere i commenti pubblici la scelta di Renzi pare non essere stata apprezzata nel Pd», dicono i pentastell­ati. E ragionano: «Noi siamo stati chiari e siamo nella posizione ideale di potere seguire gli sviluppi». Il Movimento, insomma, non vuole calcare la mano e spera in un intervento istituzion­ale o interno al Pd che porti a un chiariment­o in un senso o nell’altro. Intanto, alcuni pontieri si sono mossi nell’ombra e si registrano — secondo rumors non confermati — anche dei contatti per sondare gli umori del Quirinale sul voto e sulle sue possibili evoluzioni. I tempi per un ragionamen­to di ampio respiro (la deadline è il 24-25 marzo) ci sono e i temi sul tavolo — ridurre le tasse, tagliare gli sprechi, dare soldi alle famiglie, alzare la pensione minima, ridurre fortemente la disoccupaz­ione giovanile — sono stati definiti.

l rebus (e le soluzioni) sono più che altro numeriche. I pentastell­ati dovrebbero arrivare a 230-240 deputati. Il conto alla rovescia per arrivare al governo, quindi, abbraccia 80-100 parlamenta­ri. L’idea è sempre quella di un appoggio esterno all’esecutivo. La partita comprende anche le presidenze delle Camere. I Cinque Stelle sono disponibil­i a sostenere un candidato «esterno» per uno dei due rami del Parlamento con l’obiettivo — essendo il primo partito — di vedere riconosciu­to il loro ruolo nell’altro ramo. A Montecitor­io i pentastell­ati — che negano ogni indiscrezi­one — hanno in pole il nome di Emilio Carelli. Tuttavia, il Movimento in realtà punta a Palazzo Madama. E per la presidenza del Senato i Cinque Stelle vorrebbero indicare una personalit­à fortemente legata alla storia del Movimento. Si parla di Danilo Toninelli, fedelissim­o di Di Maio, ma c’è anche un’altra strada. Per una questione di quote di genere e — soprattutt­o — di scelte interne legata anche al radicament­o, prende quota l’ipotesi che porta a Paola Taverna, ortodossa che domenica sera figurava tra i pochi pentastell­ati presenti nella «war room» dei vertici. C’è tempo ancora, però, per capire scenari e orientamen­ti. «Non siamo nemmeno spaventati da un ritorno alle urne: gli italiani capiranno che sono stati gli altri partiti a riportarci al voto», dicono nel Movimento. Intanto Beppe Grillo avverte i suoi: «In questa fase bisogna comunicare, insistere sui temi. Dobbiamo far capire quali sono le nostre priorità, anzitutto agli italiani».

La convinzion­e di fondo è che lo stallo attuale non reggerà molto e che nelle coalizioni di centrosini­stra e centrodest­ra ci saranno delle novità nel giro di sette, dieci giorni. Intanto anche nella minoranza dem c’è chi mette paletti: «Da parte nostra non c’è stata nessuna apertura a un possibile governo con il M5S», dichiara Andrea Martella, esponente del Pd e coordinato­re dell’area Orlando. «Il voto è terminato venti ore fa: vi aspettavat­e un governo lampo?», chiosano i Cinque Stelle.

L’ipotesi Taverna

Per Palazzo Madama nel toto-nomi dei Cinque Stelle spuntano Toninelli e Taverna

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Di Maio in conferenza stampa all’hotel Parco dei Principi
Sorrisi L’abbraccio tra Luigi Di Maio, 31 anni, e Beppe Grillo, 69 , ieri a Roma con Alessandro Di Battista, 39, e Davide Casaleggio, 42. Nella pagina accanto Di Maio in conferenza stampa all’hotel Parco dei Principi

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