Da Toti a Romani Le sponde azzurre per il leghista
Paolo Romani, frontman di Forza Italia, da due giorni in tv, non ne fa mistero: «Salvini è stato perfetto in conferenza stampa, e ha fatto una straordinaria campagna elettorale, è avvenuto un cambio radicale».
Giovanni Toti, frontman di Forza Italia in Liguria, gongola perché la sua regione ha quadruplicato il numero di parlamentari che porta a Roma di centrodestra, ma soprattutto, anche lui, fa i complimenti a Salvini: «Per quanto riguarda il dato nazionale, i nostri complimenti vanno al segretario della Lega, che è stato capace, con tenacia e modernità di linguaggio, di trascinare il proprio partito a un risultato davvero lusinghiero. Un grazie sentito al presidente Silvio Berlusconi per l’instancabile sforzo profuso nella campagna elettorale».
Il giorno dopo il sorpasso storico della Lega sugli azzurri si avvertono i primi contraccolpi di un cambio psicologico, e insieme politico, nelle dinamiche del centrodestra: c’è persino chi si avventura in previsioni, «se si dovesse rivotare Salvini potrebbe essere definitivamente il leader della coalizione e Berlusconi fare un passo indietro».
Fra chi parla apertamente e chi lo dice sottovoce si osservano comunque i segni di un cambiamento epocale. Salvini viene incensato, a Berlusconi si rende l’onore delle armi. Esiste un dato oggettivo: l’exploit della Lega, il minimo storico degli azzurri. Ma c’è anche un riflesso condizionato: si fanno i conti con la nuova forza del leader della Lega, forza che per alcuni è anche il rischio di un’autonomia, persino parlamentare, e dunque bisogna farci i conti. Per scongiurarla.
Qualcuno trova i complimenti a Salvini eccessivi, quantomeno poco eleganti nei confronti dell’ex presidente del Consiglio, ma è il segnale che una mutazione è in corso. E si segnala persino la velocità con cui vengono rimarcate le rassicurazioni di