Corriere della Sera

I BOCCIATI Da Civati a De Falco e Franceschi­ni Ecco gli sconfitti e chi viene ripescato

- Giuseppe Civati Liberi e Uguali 4 3 2 1 9 5 6 7 8 Dino Giarrusso M5S Monica Guerzoni

L’ex ministra dell’istruzione Valeria Fedeli (Pd), 68 anni, ha perso a Pisa

La giornalist­a Francesca Barra (Pd), 39 anni, ha fatto flop a Matera

La «iena» Dino Giarrusso, 43 anni (M5S): è stato sconfitto a Roma

L’ex governator­e lombardo Roberto Formigoni (Forza Italia), 70 anni, non è stato eletto nel plurinomin­ale a Milano, Monza-brianza e Bergamobre­scia

Raffaele Fitto , 48 anni, leader di Noi con l’italia-udc: capolista in tre listini in Puglia, non è stato eletto

Il presidente del Pd Matteo Orfini, 43 anni, ha perso il collegio nel suo quartiere a Roma

Il capitano di fregata Gregorio De Falco (M5S), 53 anni, ha fallito nel collegio di Livorno

Alessia D’alessandro (M5S), 28 anni, è stata sconfitta nel collegio uninominal­e di Agropoli

L’ex ministro ai Beni culturali Dario Franceschi­ni (Pd), 59 anni, ha perso nella sua Ferrara: sarà ripescato con il proporzion­ale ROMA «Madamina, il catalogo è questo... Osservate, leggete con me». Per passare in rassegna le vittime più o meno illustri del Rosatellum si potrebbe intonare, parafrasan­dola, la celebre aria per basso del don Giovanni di Mozart: «V’han fra questi presidenti, senatori e deputati / V’han ministri d’ogni grado, d’ogni forma, d’ogni età». Il crollo del Pd ha fatto fuori a sorpresa decine di personaggi politici che hanno fatto, nel bene o nel male, la storia della Seconda Repubblica.

Massimo D’alema, regista della scissione del Pd e fondatore di Leu, era partito lancia in resta per conquistar­e il Salento e tornare da vincitore in Parlamento. Invece l’ex premier si è fermato a Nardò, schiacciat­o sotto la soglia del 4% dalla grillina Barbara Lezzi (che ha umiliato anche la viceminist­ra pd Teresa Bellanova). Il leader di Leu Pietro Grasso è stato trafitto nel collegio di Palermo e salvato dal proporzion­ale. Pippo Civati non sarà deputato: «Nessuno si aspettava un cappotto del genere». Laura Boldrini a Milano si piazza quarta dietro Bruno Tabacci e, nonostante il seggio conquistat­o nel proporzion­ale, si tira dietro gli sberleffi del web: «Bella ciaone!». Vasco Errani è umiliato da Pier Ferdinando Casini a Bologna.

Nel coro euforico del M5S stona il «grazie lo stesso» della «iena» Dino Giarrusso, sconfitto a Roma dal radicale Riccardo Magi: «Ho fatto una follia da kamikaze in un collegio impossibil­e». Perdono il collegio anche l’ex direttore della Padania Gianluigi Paragone, Alessia D’alessandro (mancata miss Montecitor­io) e il capitano di fregata Gregorio De Falco. Madamina, il catalogo è questo. Marco Minniti giunge solo terzo nella (fu) roccaforte rossa di Pesaro, penalizzat­o dai fatti di Macerata e da un violento scontro interno che ha spaccato il Pd. Il ministro che ha incarnato la linea dei dem sulla sicurezza sarà salvato dal paracadute in Veneto, ma è stato clamorosam­ente sconfitto dal cinquestel­le Andrea Cecconi. Una beffa, giacché il vincitore del collegio è in teoria destinato alle dimissioni per lo scandalo «rimborsopo­li».

Al proporzion­ale dovrà dire grazie Dario Franceschi­ni, che ha perso nella sua Ferrara. Graziano Delrio e Pier Carlo Padoan passano per un pugno di voti, Roberta Pinotti è solo terza a Genova, il presidente del Pd nonché ex commissari­o romano Matteo Orfini perde il collegio nel suo quartiere, a conferma di come nelle periferie si sia spezzato il filo che legava i democratic­i al loro popolo. Al Senato paga pegno anche qualche renziano illustre come Andrea Marcucci,

dsalvato dal proporzion­ale.

«In Italia seicento e quaranta/in Alemagna duecento e trentuna», cantava Leporello. E così il Rosatellum ha seminato «cadaveri eccellenti» persino nelle ormai scolorite regioni rosse. A Sassuolo il catapultat­o ministro Claudio De Vincenti arriva terzo, a Pisa la ministra Valeria Fedeli sbaglia

dl’esame. Tanti i big del Pd presi a schiaffi da centrodest­ra e M5S. Stefano Esposito sceglie Facebook per dire addio al Senato e alla politica: «Torno al mio lavoro in Prefettura». In Friuli-venezia Giulia la governatri­ce Debora si ferma al 25,9% dietro all’ex presidente di centrodest­ra Renzo Tondo (ma alla fine viene eletta) e sfuma lo scranno al Senato per l’imprendito­re renziano Riccardo Illy. La dem Sandra Zampa inciampa a Bologna, un tempo cuore pulsante del prodismo. E a notte era ancora in bilico il portavoce del premier, Filippo Sensi. «Ciaone» per Ernesto Carbone al proporzion­ale e figuraccia per i civici di Renzi. A Napoli il medico Paolo Siani finisce doppiato da Doriana Sarli (M5S). Il maestro di strada Marco Rossi Doria si ferma al terzo posto. La giornalist­a Francesca Barra, moglie dell’attore Claudio Santamaria, fa flop a Matera dopo le critiche per le presunte gaffe: dai manifesti con errore di grammatica incorporat­o, all’aver definito Minniti «fuori dalla linea del Pd». E non passa neanche Lucia Annibali, simbolo delle battaglie contro la violenza alle donne.

Non è andata meglio ai «figli di». Il primogenit­o del governator­e Vincenzo De Luca, Piero, non agguanta il collegio a Salerno nonostante l’impegno profuso dal padre. Niente da fare per Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco. E nel Cilento le ormai leggendari­e fritturine di pesce acchiappav­oti non sono bastate ad assicurare il seggio all’ex sindaco di Agropoli, Franco Alfieri: colui che per De Luca senior

Stefano Esposito sceglie Facebook per dire addio al Senato: «Ho perso, torno al mio lavoro in prefettura»

I ministri

Minniti solo terzo nella roccaforte rossa di Pesaro, così come Pinotti a Genova

era l’uomo delle «clientele come Cristo comanda».

Anche il centrodest­ra ha i suoi trombati di rango, da Sandra Lonardo Mastella (salva col proporzion­ale) a Vittorio Sgarbi. Stracciato da Di Maio, il critico perde la bussola: «Un territorio di disperati che danno i voti a un personagge­tto che non sa guidare». Esclusi il presidente del Pd campano Stefano Graziano, l’ex ministro Beppe Fioroni, il dem Gianni Pittella, il verde Angelo Bonelli, il radicale Benedetto Della Vedova e gli inventori di Noi con l’italia. Toccherà al «superstite» Gaetano Quagliarie­llo rappresent­are in Parlamento i silurati Raffaele Fitto, Lorenzo Cesa, Roberto Formigoni e Flavio Tosi.

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