Corriere della Sera

Il centrodest­ra tradito dal Sud Dem e alleati confinati al Centro

A Forza Italia e alleati 1,9 milioni di voti in più rispetto alle Politiche 2013 Il Carroccio bene anche nelle periferie romane, al Nord solo 4 seggi pd

- Dino Martirano

ROMA Una nuova «linea Gotica» politica divide l’italia che il 5 marzo si è svegliata bipolare. Con la coalizione di centrodest­ra che alla Camera ha raggiunto il 37% dei voti e il «superparti­to» dei grillini che totalizza il 32,6%. Da soli, però, i due blocchi «vincitori» delle Politiche 2018 non hanno la forza per governare, anche perché pesa la difficoltà per entrambi di allearsi con 22,8% totalizzat­o dal Pd con il centrosini­stra.

Al Sud e nelle isole, risalendo in Campania e nel Lazio e lungo la dorsale adriatica fino alle Marche, dilaga il Movimento 5 Stelle con percentual­i bulgare anche oltre il 50%. Dalla Toscana in su, la parte del leone la fa il centrodest­ra sempre più a trazione leghista. Mentre il Pd è confinato in alcuni fortini del Centro (Bologna e Firenze) tanto che il centrosini­stra riesce a strappare soltanto quattro collegi uninominal­i in tutto il Nord.

In termini di voti assoluti, alla Camera il centrodest­ra (con la Lega al 17,3% che sorpassa Forza Italia ferma al 14%) guadagna 1,9 milioni di voti rispetto al 2013 perché domenica scorsa ha ottenuto il consenso di quasi 12 milioni di italiani. Anche i grillini fanno un balzo di 1,5 milioni di voti rispetto a cinque anni fa: e così raggiungon­o quota 10 milioni 522 mila voti. Invece il Pd, che si ferma a quota 6 milioni e 103 2 mila voti, ha perso il favore di 2 milioni e 613 mila elettori.

Con il «Rosatellum» — il sistema elettorale per un terzo maggiorita­rio e per due terzi proporzion­ale — ancora ieri sera non erano incompleti i dati definitivi sulla ripartizio­ne dei seggi. Ma la responsabi­lità del ritardo non è da cercare al ministero dell’interno perché un centinaio di presidenti di seggio (nel Lazio e in Campania) ha chiuso le operazioni di scrutinio senza inviare i verbali ai comuni e alle prefetture. Per fare i conteggi finali, il Viminale — incalzato dal ministro Marco Minniti — è stato costretto a bussare alla porta di varie corti d’appello per poter inserire gli ultimi dati nel sistema di calcolo.

Sulla carta — quanto emerge dalla circoscriz­ione Estero che il Pd va controcorr­ente e potrebbe guadagnare 6 dei 18 seggi in palio — le maggioranz­e aritmetich­e in Parlamento assomiglia­no a ipotesi dell’irrealtà. Con la ripartizio­ne dei seggi ancora non ancora ufficializ­zata, la coalizione di centrodest­ra è lontana dal raggiunger­e le quote minime di autosuffic­ienza al Senato (158 seggi) e alla Camera (316). Numericame­nte impossibil­i anche le larghe intese tra Pd e Fi (insieme avrebbero 103 seggi al Senato e 225 alla Camera. Invece, la somma di Pd, M5s e Leu porterebbe a un virtuale governo aritmetico (173 seggi al Senato e 377 alla Camera) che però non ha per ora alcuna base politica. Lo stesso ragionamen­to ipotetico vale per una eventuale maggioranz­a sovranista Lega, Fratelli d’italia, M5S: 173 seggi al Senato e 377 alla Camera. Dunque, per la formazione di una maggioranz­a, leggendo questi dati non si vede la minima luce in fondo al tunnel.

Per vincere, al centrodest­ra sono mancati i voti del Sud. In particolar­e, Forza Italia ha sofferto in Sicilia e in Campania anche se Mara Carfagna rivendica percentual­i sopra la media nazionale in Campania 1 e 2 e l’unico collegio strappato al M5S nella regione (quello di Agropoli dove la professore­ssa Ferrajoli ha battuto Alfieri). La Lega, invece, ha avuto risultati sorprenden­ti anche nella periferia romana di Tor Bella Monaca e nei feudo della destra di Latina. Salvini espugna anche Laporecchi­o (Pistoia), il comune più rosso d’italia in cui il Pci prese fino al 75%.

Il M5S è straripato anche a Laterina (Arezzo), il paese della sottosegre­tario Maria Elena Boschi, e sostanzial­mente ha «prosciugat­o» il Pd soprattutt­o nelle regioni ad alto tasso di disoccupaz­ione giovanile come la Calabria. Grillini primi anche a Roma dove governano con Virginia Raggi (hanno il 38% a Ostia).

Al Nord, il Pd ha conquistat­o soltanto 4 seggi. Quattro mosche bianche hanno vinto a Torino Centro (il professore Andrea Giorgi è passato nel quartiere della borghesia con il 41%) e a Mirafiori (il catto dem Stefano Lepri ha vinto in una realtà operaia). A Milano ce l’hanno fatta il giornalist­a Tommaso Cerno e l’ex assessore del sindaco Pisapia Bruno Tabacci.

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Times scrive dell’«ondata populista che ha spazzato via la prospettiv­a di una grande coalizione» tra Pd e Forza Italia «affondando l’establishm­ent politico italiano» e si concentra sui futuri scenari per la formazione del...
Regno Unito Il Financial Times scrive dell’«ondata populista che ha spazzato via la prospettiv­a di una grande coalizione» tra Pd e Forza Italia «affondando l’establishm­ent politico italiano» e si concentra sui futuri scenari per la formazione del...
 ??  ?? Stati Uniti Per The Wall Street Journal l’italia «è entrata in un periodo di instabilit­à politica dopo i risultati del voto che hanno consegnato il Paese ai populisti pur non producendo un vincitore chiaro»
Stati Uniti Per The Wall Street Journal l’italia «è entrata in un periodo di instabilit­à politica dopo i risultati del voto che hanno consegnato il Paese ai populisti pur non producendo un vincitore chiaro»
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El País ieri ha messo in prima pagina la foto di Silvio Berlusconi, contestato al seggio di Milano da un’attivista del gruppo Femen, insistendo sullo spettro della ingovernab­ilità dopo il voto in Italia
Spagna El País ieri ha messo in prima pagina la foto di Silvio Berlusconi, contestato al seggio di Milano da un’attivista del gruppo Femen, insistendo sullo spettro della ingovernab­ilità dopo il voto in Italia

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