Corriere della Sera

Zingaretti: «Rimonta straordina­ria» Nel Lazio 3 punti sul Pd

- di Maria Egizia Fiaschetti

Si conferma governator­e per il secondo mandato con il 34% delle preferenze Nicola Zingaretti, accolto al Tempio di Adriano, nel cuore di Roma, da un lungo applauso. «Straordina­ria rimonta nel giorno della più devastante sconfitta per la storia del centrosini­stra. Ora è il tempo della rigenerazi­one del centrosini­stra: ricostruir­e un’anima, un progetto, una cultura politica e un’identità per chi si sente da questa parte del campo».

La maratona elettorale parte in salita. I primi risultati del voto nazionale, quando non è ancora iniziato lo spoglio delle regionali, certifican­o la disfatta del Pd: sotto di 200 mila voti rispetto al centrodest­ra e al M5S. A sera, però, si profila il vantaggio: «l’effetto Zingaretti» sul Pd vale tre punti. Tra i supporter la tensione si stempera: se il capolista sceglie la prudenza — non parlerà prima di essere sicuro della vittoria — la fiducia cresce di ora in ora. In sala arrivano anche la sorella e il fratello Luca, alias il commissari­o Montalbano nella serie tv ispirata ai romanzi di Andrea Camilleri. In controtend­enza rispetto alla débacle dei dem alle politiche, Zingaretti resiste anche grazie al «modello Lazio»: l’esperienza di governo con le forze più a sinistra del Pd che trova continuità nella coalizione allargata a Leu.

Tiene testa fino all’ultimo lo sfidante di centrodest­ra, Stefano Parisi, che a tarda sera con il 30,3 % sogna il sorpasso: recupero in extremis, grazie ai voti di Latina con un duello all’ultimo voto. Nel quartier generale all’hotel Savoy il manager ringrazia i suoi: «Lavoro straordina­rio, sembrava impossibil­e. Se dovessi perdere voglio restare consiglier­e regionale». E però, in caso di sconfitta, si prepara alla resa dei conti: «La scissione di Pirozzi ha pesato molto. Non ha avuto senso di responsabi­lità. Se avesse avuto a cuore gli interessi della Regione oggi non ci sarebbe partita».

Il sindaco di Amatrice, in campo da solo con la sua lista, raccoglie un magro 5% circa: consensi che, se fossero andati al centrodest­ra, avrebbero premiato Parisi. Pirozzi vince nella sua città con il 53% dei consensi mentre ad Accumoli, altro comune del reatino colpito dal terremoto del 2016, trionfa Zingaretti (33%). In risposta alle accuse di aver decretato l’insuccesso di Parisi, l’outsider contrattac­ca: «La gente non l’ha voluto». Terza (27%) la pentastell­ata Roberta Lombardi ammette: «Sapevamo che sarebbe stata una sfida difficile, torno a fare la mamma». Nel Lazio la deputata non sfonda proprio mentre il M5S si accredita come la prima forza politica del Paese. Con un dato: i romani, che alle comunali del 2016 hanno votato in massa per Virginia Raggi, in Regione scelgono Zingaretti.

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