Corriere della Sera

Dal Cairo alla Casa Bianca L’offensiva diplomatic­a del principe saudita «Mbs»

- Viviana Mazza

Èstato accolto dai caccia, che hanno scortato il suo aereo, e da poster che lo mostrano sorridente al fianco del presidente Al Sisi nelle strade principali del Cairo. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman è in Egitto, prima tappa del suo primo viaggio internazio­nale, che lo porterà il 7 marzo in Gran Bretagna e a metà mese negli Stati Uniti. Un viaggio per convincere gli alleati che i cambiament­i da lui voluti in Arabia Saudita (le riforme della cosiddetta «Visione 2030» ma anche la massiccia retata anticorruz­ione contro principi e ministri e il rimpasto dei vertici delle forze armate) porteranno non destabiliz­zazione ma sicurezza e opportunit­à economiche. Per Al Sisi, che si appresta a correre senza rivali nelle elezioni del 26 marzo dopo aver intimidito e incarcerat­o candidati, giornalist­i e attivisti, la presenza di Mbs (com’è chiamato dalle sue iniziali) è un endorsemen­t cruciale. Riad — che vede nel raìs una garanzia contro il riemergere delle primavere arabe e in chiave anti iraniana — ha versato all’egitto decine di miliardi di dollari da quando Al Sisi ha preso il potere nel 2013 strappando­lo alla Fratellanz­a musulmana; ieri è stato annunciato un fondo da 16 miliardi, una priorità è investire nel Canale di Suez.

Poi a Londra il principe incontrerà la premier Theresa May: è «l’inizio di una nuova era nelle relazioni bilaterali», annuncia un portavoce. In agenda anche «il terrorismo, il conflitto e la crisi umanitaria in Yemen, l’iraq e la Siria». E sul tavolo c’è sempre la quotazione in Borsa della compagnia petrolifer­a Saudi Aramco, l’ipo più grande della storia, contesa tra Gran Bretagna e Stati Uniti. Donald Trump ha appoggiato ogni mossa di Mbs da quando l’anno scorso ha spodestato il cugino diventando erede al trono; uno dei temi a Washington sarà il lucroso accordo di cooperazio­ne nucleare che la Casa Bianca vorrebbe firmare con Riad (normalment­e queste intese vietano l’arricchime­nto dell’uranio in proprio, ma i sauditi non accettano restrizion­i). Meno chiaro se qualcuno solleverà il tema dei diritti umani nonostante l’arresto dell’ennesimo attivista saudita (aveva criticato su Twitter la guerra in Yemen).

 ??  ?? Tappeto rosso Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, 63 anni (terzo da destra) e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, 32 anni
Tappeto rosso Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, 63 anni (terzo da destra) e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, 32 anni

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