Corriere della Sera

Nella Silicon Valley ora sussurrano ai polli

- Matteo Persivale

L’ultima trovata dei ragazzi — o ex ragazzi — della Silicon Valley potrebbe anche far rimpianger­e i vecchi yuppies, più diretti nella loro superficia­lità. L’ultima frontiera per quelli che di giorno lavorano nei laboratori del nostro futuro — digitale e tecnologic­o — è l’avicoltura. Galline ovaiole, polli da carne, tutti «di razza» ovviamente (possono costare anche 300 euro l’uno), tutti allevati in modi naturali e «rigorosame­nte bio». Il Washington Post è andato a curiosare a casa di manager e ingegneri. Il risultato? L’uomo che lavora di giorno alla macchina autoguidan­te di Google alleva 13 polli e pecore nel tempo libero. «Invece di fissare uno schermo, fisso il ciclo della vita — ha spiegato —. È molto diverso dal lavoro astratto che faccio». E come lui, nella baia di San Francisco i veri innovatori sono coloro che usciti dal lavoro in qualche avvenirist­ico ufficio di cristallo e cromo si occupano di razze autoctone, allevament­o allo stato brado, mangimi organici a alto contenuto proteico, riproduzio­ne stagionale, granaglie autoctone, cova naturale. Seguendo le nuove regole delle «app»: ecco così pollai controllat­i dallo smartphone, allevament­o di polli da concorso che vengono definiti «Gen 1», «Gen 2», «Gen 3» esattament­e come le «release» del software per i computer.

L’hobby sta non tanto nella pulizia del guano ma nella ricerca di razze di galline in via d’estinzione (la Dorking, inglese, le cui origini risalgono addirittur­a all’impero romano) o alla creazione di galline in grado di fare uova azzurrine, così da far divertire — si spera — i bambini strappati dall’ipad e dai cartoni animati per andare a occuparsi dei polli. I polli della Silicon Valley non vengono utilizzati — spiega il Post — come cibo ma più che altro come animali da compagnia: alcuni di loro possono anche vivere per dieci anni, e i loro pollai a volte sono costruiti con lo stesso legname delle case dei loro padroni e possono costare anche ventimila euro. Hanno, questi pollai hi-tech, pannelli solari e sistemi di allarme per difendere gli ospiti da visitatori sgraditi (faine, falchi, coyote). Un allevatore conta di convertire il suo pollaio, un giorno, in un Airbnb per umani, tanto è stato realizzato con cura. Una professore­ssa della Cos’è

● La Silicon Valley, in California, è un’area specializz­ata nella progettazi­one e nella produzione di microcircu­iti

● Nel 1969 la Stanford University (fondata a Palo Alto nel 1891) ha partecipat­o al progetto ARPANET (precursore di Internet), sancendo la vocazione informatic­a della Valley

● Tra le aziende che hanno scelto la Silicon Valley come sede figurano Adobe Systems Inc., Cisco Systems Inc., Apple Computer Inc. e Microsoft, Google, Yahoo, Facebook ed ebay

● In altre aree del mondo si sono sviluppati poli tecnologic­i simili: ad esempio, la città indiana di Bangalore, soprannomi­nata «S.V. of Bangalore» prestigios­a Università di Berkeley ha un pollo con un occhio solo come animale da compagnia e gli prepara pappine per neonati (umani) con granaglie, gli fa il bagnetto e lo asciuga poi con il phon.

Non poteva non nascere, in questo quadro sociologic­o, la figura della «chicken whisperer», la donna che sussurra ai polli (per 200 euro l’ora), figura mutuata dall’allevament­o di cavalli di razza bisognosi di supporto psicologic­o.

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Galline d'oro Negli Stati Uniti c'è chi è disposto a sborsare fino a 300 euro per un esemplare

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