«Di’ a tua figlia Vittoria che il papà era grande» La lettera del 12enne
Lasciata sotto casa di Francesca, compagna di Astori Oggi l’autopsia, si indaga per omicidio colposo
FIRENZE Sul portone di legno scuro a due passi dal ponte Santa Trinità e da via Tornabuoni, nel cuore della Firenze antica, c’è una lettera attaccata con lo scotch: «Per Francesca» si legge su un post-it verde acceso. È l’unico sprazzo di colore in un lunedì grigio. Davanti alla casa dove Davide Astori abitava con la compagna, Francesca Fioretti, e Vittoria, la figlia di due anni, il silenzio è rotto solo dal ticchettio della pioggia: passano due vigili urbani, leggono la lettera e vanno via con gli occhi lucidi. Da quel portone, anche ieri mattina, di buon’ora, la piccola Vittoria è uscita per andare all’asilo. Non sa ancora che il papà, il gigante con il sorriso che la abbracciava appena sveglia, non c’è più. Portato via nel sonno da un mostro senza nome. «Era come se dormisse, come se non avesse sofferto», ha raccontato il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo. «La stanza era ordinata, nessun medicinale, nessuna strana sostanza». Oggi ci sarà l’autopsia alla presenza del medico legale Carlo Moreschi e di «un’eccellenza in questo campo» (parole del magistrato): l’anatomopatologo Gaetano Thiene. L’inchiesta è per omicidio colposo, un atto dovuto. «Cercheremo di capire se qualcuno avrebbe dovuto percepire qualcosa o se si è trattato di una tragica fatalità. Io — ha concluso De Nicolo — ho una figlia di quell’età, mi sconcerta e mi turba che si possa morire così».
Andare a dormire prima di una partita di serie A e non svegliarsi più. Francesca ha voluto che Vittoria non interrompesse le sue abitudini: ci sarà bisogno di tempo per trovare le parole giuste, per spiegarle che cosa è successo nella notte tra sabato e domenica. Intanto da Marano (in provincia di Napoli) sono arrivati i genitori della compagna di Davide, che, dopo aver conosciuto il difensore bergamasco nel 2013, ha lasciato il mondo dello spettacolo. Solo vita privata e viaggi. Appena potevano preparavano le valigie e partivano: Vietnam, Nepal, Giappone, Oriente. Il profilo Instagram di Francesca è zeppo di foto: paesaggi, selfie, frasi d’amore per Davide e Vittoria. Intorno alle 15.30 il portone si apre: esce un amico di Francesca, cappotto nero e occhi provati. Gli amici più stretti sono arrivati alla spicciolata in queste ore, altri raggiungeranno Firenze giovedì in occasione dei funerali in programma alle 10 nella Basilica di Santa Croce: «In quel giorno — spiega — è previsto uno sciopero nazionale dei trasporti, stanno cercando tutti di fare il possibile per esserci. Ma ora vogliamo solo silenzio, è un momento molto delicato». Poi stacca la lettera firmata da Giovanni, 12 anni, e la porta con sé: «Ciao Francesca — c’è scritto con una grafia tremolante dall’emozione — tu non mi conosci e penso che non mi conoscerai mai, però voglio dirti di dire a tua figlia che suo padre era un grande, un super uomo». E alla fine una parentesi: «Scusa, non avevo il viola».
Parole d’amore per un capitano che, con il suo stile misurato, si è fatto voler bene da una città spesso eccessiva nei toni, soprattutto quando parla di calcio. Sui cancelli del «Franchi» le sciarpe viola, i disegni, i messaggi aumentano di ora in ora. In occasione dei funerali il sindaco Dario Nardella ha proclamato il lutto cittadino. Da domani sarà aperta la camera ardente a Coverciano, la casa della Nazionale azzurra: «C’è l’idea — dice Nardella — di dedicargli il centro sportivo o lo stadio, ma insieme alla Fiorentina stiamo preparando tante altre iniziative, Davide è stato un esempio per tutti». Intanto il club viola sta valutando come dare sostegno alla famiglia, anche in futuro, e pensa di ritirare la maglia numero 13, quella di un capitano che, con la sua morte improvvisa, ha commosso l’italia intera.