Il biologo romano che protegge la barriera corallina
Èl’unico italiano fra gli oltre 200 scienziati che studiano la barriera corallina per conto dell’australian institute of marine science (Aims) a Townswille, una città della costa nord-orientale, nello Stato del Queensland. Si chiama Andrea Severati, ha 49 anni, ed è un biologo romano che si è laureato con una tesi sperimentale congiunta fra gli atenei «Tor Vergata» e «Sapienza». Dopo aver lavorato in Italia, come allevatore di pesci ornamentali tropicali e progettista per alcuni nostri grandi Acquari, si è trasferito in Australia nel 2007. Il primo incarico è stato di curatore dell’acquario di Townsville e poi, dopo un anno a tempo determinato, è arrivata l’assunzione all’aims che è una struttura che fa capo al governo australiano. «Ha creduto in me — spiega Severati — e mi ha fatto da sponsor con il dipartimento immigrazione». Il biologo oggi studia il reef che «è cambiato e, presto, potrebbe avere un aspetto diverso perché è sottoposto a fortissime pressioni». Per le ricerche, l’aims dispone di due navi oceanografiche e un sea simulator, ovvero un grande impianto marino da 40 milioni di dollari australiani. «Cerchiamo di capire la reazione alle pressioni che subiscono i coralli — dice — e come gestire il cambiamento climatico: finora abbiamo fatto oltre 150 esperimenti». Gli «imputati» che il suo team sta indagando sono il surriscaldamento globale che, negli ultimi due anni, è responsabile dello sbiancamento dei coralli e i fenomeni atmosferici come i cicloni. Infine, l’invasione delle cosiddette Cots: «Delle stelle a corone di spine che sono responsabili del declino di circa il 40% dei coralli nel nord del reef: ci sono sempre state, ma ora stanno aumentando e sono più aggressive». Il lavoro di Severati, però, ha implicazioni anche per il futuro dell’uomo:«l’80% dell’ossigeno che respiriamo viene prodotto in acqua e ora è in pericolo: non possiamo fare finta di niente».