Corriere della Sera

Mediobanca: 12 cda a rischio nelle aziende pubbliche

- Di Fabrizio Massaro

Secondo Mediobanca Securities, che ieri ha redatto un report sulle conseguenz­e delle elezioni politiche nell’economia e nella finanza, c’è il rischio che le dodici società controllat­e dallo Stato, direttamen­te o attraverso la Cassa depositi e prestiti, da Eni a Enel, da Terna a Mps, da Poste a Fincantier­i subiscano un cambio di management, anche perché i vari vertici sono stati nominati o confermati durante i governi Renzi e Gentiloni. In buona parte scadranno nel 2020, ma nel 2019 vanno rinnovati i consigli di Snam, Italgas e Fincantier­i. E c’è anche un appuntamen­to imminente: il board di Saipem, controllat­a da Eni al 30,4% e dal 12,5% dalla Cdp, è in scadenza e sarà rinnovato all’assemblea del 3 maggio. Quale governo deciderà l’eventuale riconferma dell’amministra­tore delegato Stefano Cao? Ma per Mediobanca Securities c’è anche di più: il cambio di maggioranz­a potrebbe portare a un «nuovo management team» in Eni con la sostituzio­ne del ceo Claudio Descalzi, circostanz­a vista come «negativa per il titolo». Se poi davvero i Cinquestel­le riuscisser­o a formare un governo, per Mediobanca potrebbe essere a rischio anche la guida di Alessandro Profumo in Leonardo dopo neanche un anno, a causa della loro linea politica favorevole al taglio delle spese militari italiane che, per Mediobanca, valgono il 510% dei ricavi di Leonardo.

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